Enti locali
«Vendola è al di sopra dei sepolcri imbiancati del centrosinistra»
Riflessioni di Tarantini: «Dire e fare, la ricetta della politica»
Trani - martedì 26 ottobre 2010
«A volte la soddisfazione del far politica, si ritrova in piccoli momenti che generano quella felicità civica, che ti ricompensa delle tante amarezze che pur esistono nell'assumersi fino in fondo le responsabilità istituzionali. In questa settimana ho avuto modo di incontrare a Trani, gruppi di giovani appassionati di politica e della città, che mi hanno invitato a discutere con loro, ora di tradizioni e di buon gusto derivante dai prodotti della nostra terra, ora di scelte politiche legate ai valori dell'orgoglio e della coerenza.
La distanza tra i due eventi è stata annullata da una evidenza: la politica per i giovani ridiventa il luogo dove esprimere tutta la loro voglia di vita e di futuro. Parlare di buon vino, di emigrati tranesi a Milano e parlare di partito e di coerenza rispetto agli elettori, diventa un modo di istaurare un rapporto con essi al di fuori dei tempi forzati della politica e senza i limiti imposti dai rituali del dibattito legato alle performance mediatiche. Questi incontri sono stati l'occasione del dire che è necessario perché vi possa essere una adeguata e concreta politica del fare.
Dai giovani comprendiamo che oggi la politica necessita delle due cose. Comunicare e fare, dire e fare mantenendo la parola detta con l'azione del fare. E' la rivoluzione di chi ritrova nei valori sani provenienti dal considerarsi una comunità di destino, la spinta per la propria azione di governo. La fusione tra tradizione ed azione concreta, tra analisi e testimonianza diretta, tra partecipazione ed orgoglio identitario. Tutto questo ci insegnano i nostri ragazzi che sperimentano oggi, nel Pdl, partito di popolo realmente nato nella manifestazione del 2006 a piazza San Giovanni, piuttosto che sul predellino di un'auto, modalità fresche ed entusiasmanti, di discutere insieme attorno al braciere della comunità.
Ed allora il calore di parole come carisma, ideologia, senso civico, si espande lasciandoti addosso quel profumo di buono che solo i giovani riescono trasmettere. Quel profumo che ti sembra di percepire quando osservi sullo sfondo le fotografie che testimoniano vicinanze di ieri smarrite nella pochezza dell'odierno, e che ti appaiono piccole, piccolissime cose. Ti accorgi che un leader può cambiare le parole, usarne altre, ma non deve mai cambiare idea o divenire la fotocopia di altri. E che il suo dire che cambia lo allontana dal fare, se oggi afferma il contrario di quello che l'altro ieri ti ha assicurato come certezza. Ed i giovani lo capiscono meglio, poiché non contaminati dalle incrostazioni del compromesso che la politica impone. Riconoscono nella coerenza lo spirito di questo tempo che si dimena tra incertezze di destra e di sinistra, che solo la diversità dal conforme riesce a garantire.
I giovani si sottraggono all'urlo ego sum dominante perché ascoltano il cuore in quel che dici misurando la tua coerenza in quel che fai. Destra e sinistra, che almeno su alcune cose convergono; ma non sulle fotocopie dei futuristi di Palazzo; piuttosto sul giudizio che nessun governo tecnico può togliere al popolo, le sue scelte. Mi piace la coerenza di Vendola con il quale, credo si possa avere la sensazione che hanno i giocatori di rugby che in campo se le menano di santa ragione, e fuori dal campo sono pronti a bere un bicchiere insieme con reciproco rispetto. Egli ha chiuso il suo congresso ponendosi al di sopra dei tipici sepolcri imbiancati che nel centrosinistra ricercano governi innaturali.
La destra oggi, allo stesso modo, dovrebbe affermare la propria diversità fondata sulla tradizione, sulla coerenza, sull'onore. Perché essere diversi oggi significa comprendere che la diversità del passato torna a volte, come quel senso di solidarietà e di condivisione responsabile tra imprenditori e operai, che noi ex giovani di destra abbiamo sempre affermato, e che di fatto ha rappresentato la negazione della lotta di classe, elemento ideologico incapace di rispondere alle istanze sociali. Tutto è destinato a tornare, quando è giusto, e questo i giovani lo capiscono, perché come nella vita le nuvole, le idee, passano, si fermano a volte tornano, ma non cambiano mai, perche sono il vestito della nostra anima».
Giuseppe Tarantini
Sindaco di Trani
La distanza tra i due eventi è stata annullata da una evidenza: la politica per i giovani ridiventa il luogo dove esprimere tutta la loro voglia di vita e di futuro. Parlare di buon vino, di emigrati tranesi a Milano e parlare di partito e di coerenza rispetto agli elettori, diventa un modo di istaurare un rapporto con essi al di fuori dei tempi forzati della politica e senza i limiti imposti dai rituali del dibattito legato alle performance mediatiche. Questi incontri sono stati l'occasione del dire che è necessario perché vi possa essere una adeguata e concreta politica del fare.
Dai giovani comprendiamo che oggi la politica necessita delle due cose. Comunicare e fare, dire e fare mantenendo la parola detta con l'azione del fare. E' la rivoluzione di chi ritrova nei valori sani provenienti dal considerarsi una comunità di destino, la spinta per la propria azione di governo. La fusione tra tradizione ed azione concreta, tra analisi e testimonianza diretta, tra partecipazione ed orgoglio identitario. Tutto questo ci insegnano i nostri ragazzi che sperimentano oggi, nel Pdl, partito di popolo realmente nato nella manifestazione del 2006 a piazza San Giovanni, piuttosto che sul predellino di un'auto, modalità fresche ed entusiasmanti, di discutere insieme attorno al braciere della comunità.
Ed allora il calore di parole come carisma, ideologia, senso civico, si espande lasciandoti addosso quel profumo di buono che solo i giovani riescono trasmettere. Quel profumo che ti sembra di percepire quando osservi sullo sfondo le fotografie che testimoniano vicinanze di ieri smarrite nella pochezza dell'odierno, e che ti appaiono piccole, piccolissime cose. Ti accorgi che un leader può cambiare le parole, usarne altre, ma non deve mai cambiare idea o divenire la fotocopia di altri. E che il suo dire che cambia lo allontana dal fare, se oggi afferma il contrario di quello che l'altro ieri ti ha assicurato come certezza. Ed i giovani lo capiscono meglio, poiché non contaminati dalle incrostazioni del compromesso che la politica impone. Riconoscono nella coerenza lo spirito di questo tempo che si dimena tra incertezze di destra e di sinistra, che solo la diversità dal conforme riesce a garantire.
I giovani si sottraggono all'urlo ego sum dominante perché ascoltano il cuore in quel che dici misurando la tua coerenza in quel che fai. Destra e sinistra, che almeno su alcune cose convergono; ma non sulle fotocopie dei futuristi di Palazzo; piuttosto sul giudizio che nessun governo tecnico può togliere al popolo, le sue scelte. Mi piace la coerenza di Vendola con il quale, credo si possa avere la sensazione che hanno i giocatori di rugby che in campo se le menano di santa ragione, e fuori dal campo sono pronti a bere un bicchiere insieme con reciproco rispetto. Egli ha chiuso il suo congresso ponendosi al di sopra dei tipici sepolcri imbiancati che nel centrosinistra ricercano governi innaturali.
La destra oggi, allo stesso modo, dovrebbe affermare la propria diversità fondata sulla tradizione, sulla coerenza, sull'onore. Perché essere diversi oggi significa comprendere che la diversità del passato torna a volte, come quel senso di solidarietà e di condivisione responsabile tra imprenditori e operai, che noi ex giovani di destra abbiamo sempre affermato, e che di fatto ha rappresentato la negazione della lotta di classe, elemento ideologico incapace di rispondere alle istanze sociali. Tutto è destinato a tornare, quando è giusto, e questo i giovani lo capiscono, perché come nella vita le nuvole, le idee, passano, si fermano a volte tornano, ma non cambiano mai, perche sono il vestito della nostra anima».
Giuseppe Tarantini
Sindaco di Trani
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