Benzinaio di via Malcangi
Benzinaio di via Malcangi
Vita di città

"Benzinaio più caro d'Italia": ore di attesa per la decisione del Giudice sulla risoluzione del contratto di gestione

Nell'udienza del 5 giugno i fratelli Centrone si sono opposti alla richiesta della Ip

Prossima a una svolta la vicenda salita alla ribalta delle cronache nazionali come quella del "benzinaio più caro di Italia".

Davanti al giudice del Tribunale di Trani si è tenuta il 5 giugno l'udienza nel corso della quale la IP ha richiesto la risoluzione del contratto di gestione del distributore di carburante su via Malcangi alla quale i fratelli Centrone, difesi dall'avvocato Angelo Scuderi, si sono opposti.

Alfonso Centrone, gestore con il fratello della pompa di benzina dove l'indicazione dei prezzi sui display appariva spesso agli automobilisti in transito su via Malcangi uno scherzo, raggiungendo per un litro di gasolio anche quasi €2,50 (il picco precisamente €2,44 per il diesel, €2,34 per la benzina), aveva dichiarato a una emittente televisiva che quei prezzi non erano il frutto di iniziative personali ma indicazioni precise della IP, titolare dell'impianto, "anche perché alla fine il guadagno dei gestori è sempre e comunque quello di €0,03 circa su ogni litro di carburante venduto".

Ebbene, la vicenda, dopo le dichiarazioni di Alfonso Centrone nelle quali confessava "di fare rifornimento in altre stazioni di servizio più economiche", è finita in Tribunale poiché la IP, titolare dell'impianto su via Malcangi, ha chiesto di tornarne in possesso non solo lamentando un danno di immagine ma, soprattutto - in merito alle dichiarazioni di Centrone circa il rifornimento personale fatto altrove per risparmiare - violando la clausola che obbliga i gestori all'acquisto di carburante dalla stessa IP. Nell'attesa della decisione e, ormai da mesi sospesa l'erogazione del carburante, i fratelli continuano a svolgere attività di autolavaggio.

L'intervista ad Alfonso Centrone diventò alcuni mesi fa virale in tutta Italia, suscitando anche simpatia e ilarità: ma questa evoluzione del caso ha il suono amaro dell'epilogo di una situazione che più volte il benzinaio tranese aveva cercato di affrontare con i referenti della IP, senza risultati, solo con un distributore sempre praticamente deserto, se non per l'autolavaggio e per le auto di aziende convenzionate, obbligate a fare carburante in quell'impianto.

Si tratta ora di attendere l'esito della decisione del giudice e vedere come andrà a finire, almeno per il momento.
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