Un calcio alla mafia
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Commemorare e parlare di legalità con il linguaggio del gioco, successo per il torneo "Un calcio alla mafia"

L'evento organizzato da Libera si è svolto in occasione del 31esimo anniversario della strage di via D'Amelio

Commemorare e parlare di legalità con il linguaggio del gioco: questo l'obiettivo individuato dal Presidio Libera di Trani per fare memoria del 31esimo anniversario della strage di Via D'Amelio.

Paolo Borsellino, Emanuela Loi, Walter Eddie Cosina, Claudio Traina, Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli e il loro invito a testimoniare sempre da che parte stare nel contrasto alla mafia sono stati posto al centro della seconda edizione del torneo non agonistico di calcio a 5 Un calcio alla mafia.

Tanti i giovani presenti in campo e sugli spalti del campetto della Parrocchia Angeli Custodi che ha ospitato la manifestazione in cui si sono confrontati tra loro giovani, giovanissimi e forze dell'ordine in servizio a Trani.

Sono stati proprio i ragazzi della squadra di casa a portare a casa il trofeo in una finale che li ha visti superare gli uomini della Guardia di Finanza scatenando la gioia di tifosi grandi e piccoli che hanno sperimentato il piacere della condivisione gratuita e appassionata.

Le altre formazioni scese in campo sono state quelle della Polizia di Stato, dello Spirito Santo, di San Giuseppe, dei Carabinieri e della Polizia Penitenziaria, le ultime due alla loro prima partecipazione.

Nutrita è stata anche la presenza delle Istituzioni che hanno fortemente desiderato di lasciare la propria testimonianza rispondendo alle domande dei primi due referenti cittadini di Libera Anna Rossi e Michele Gallo.

Il Sostituto Procuratore Vaira ha ricordato più volte la memoria di Falcone e Borsellino sia per la necessità di preservare la figura giuridica del concorso esterno in associazione mafiosa e sia per ricordare come i due magistrati abbiano vissuto i primi momenti della loro amicizia da ragazzini proprio calciando un pallone nel quartiere palermitano della Kalsa.

Sempre sul ricordo di Borsellino ha insistito il viceprefetto Mazzia che ha ricordato come egli abbia saputo trasmettere i suoi grandi valori a sua figlia Lucia che, il giorno dopo la morte del padre, si recò a sostenere un esame universitario, onorando quel senso del dovere che è il grande lascito del compianto magistrato.

Una sottolineatura al titolo della manifestazione è stata promossa dal Questore Pellicone rimarcando l'alto senso evocativo dell'espressione che è in grado di combinare l'idea del gioco con quella della ferma opposizione al fenomeno mafioso, quanto mai necessaria anche per quanto riguarda la provincia BAT.

Il Colonnello dei Carabinieri Andrei, dopo aver assicurato l'azione dell'Arma per il contrasto allo sfruttamento del lavoro giovanile soprattutto stagionale, si è invece soffermato sull'importanza delle realtà associative nella cura dei giovani affinché possa esserci sinergia tra forme di repressione e azioni di tipo culturale per il contrasto agli atti di vandalismo.

Non sono mancati gli interventi dell'Amministrazione Comunale rappresentata dall'assessore Rondinone che ha assicurato a breve un confronto progettuale con Libera da destinare a ragazzi e famiglie e dall'assessore Amoruso che ha rimarcato la necessità di fare dello sport e di manifestazioni come 'Un calcio alla mafia' elementi funzionali per prevenire forme di bullismo e condotte antisociali.

Importantissime sono state anche le condivisioni dei giovani scesi in campo perché hanno messo in luce un vivo bisogno di legalità da parte dei ragazzi desiderosi di cimentarsi con progetti concreti, come avvenuto in passato con il percorso Semi di legalità promosso dalla stessa diocesi.

A chiudere la finestra delle interviste, le parole del referente Libera di Trani Francesco Pacini il quale, citando Borsellino, ha posto l'attenzione sulla necessità di parlare di mafia attraverso qualsiasi mezzo possibile, soprattutto nel tentativo di intercettare le nuove generazioni in cui lanciare un seme pronto a germogliare.
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