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Vita di città

«Defecazione in piazza, una caduta di stile per Trani»

Mario Schiralli commenta il filmato: ne ha per tutti. Non si arresta l'onda di reazioni dopo la pubblicazione del video

Non si arresta l'onda lunga di reazioni dopo che il nostro portale ha pubblicato nei giorni scorsi un video (inserito e condiviso da alcuni utenti su Facebook) di un uomo intento a fare i suoi bisogni corporali nelle immediate vicinanze di piazza Quercia. La notizia, rilanciata dalle agenzie nazionali e meritevole di un servizio anche sul Tg norba, adesso è oggetto di un'analisa effettuata dal giornalista Mario Schiralli. «Quei due minuti di video - ci scrive Schiralli - hanno segnato una caduta di stile di questa nostra Trani, una volta città giardino, perla dell'Adriatico, Atene delle Puglie, culla del diritto, patria degli Statuti Marittimi e via dicendo. Quella scena di disgustosa inciviltà, da terzo (im)mondo, in pochissimi minuti ha fatto il giro della terra, sapendo benissimo l'effetto mediatico provocato da Facebook, al contrario della scarsissima ma costosa risonanza di un mega concerto che avrebbe dovuto convogliare l'attenzione su Trani, ma che, totalmente ignorato dai grandi network, è invece rimbalzata solo su qualche foglietto locale».

Perché caduta di stile? Schiralli spiega: «Perché quei centoventi secondi hanno minato la credibilità di una città conosciuta ed ammirata per i suoi monumenti e la nobiltà della sua storia. Dalla nobiltà e signorilità alla inciviltà il passo è stato breve. Solo 120 secondi. Colpa anche e soprattutto della mancanza del controllo del territorio. Purtroppo è innegabile che si è arrivati al punto che chiunque può fare quello che vuole, senza tema di essere redarguito. In tutti i sensi. E il caso di piazza Quercia è emblematico. Dalle infrazioni al codice della strada, alle affissioni selvagge, allo sprezzante malcostume di depositare i rifiuti per strada, ignorando i contenitori ad un passo. E l'elenco delle cose che non si dovrebbero fare potrebbe continuare».

«Oggi - prosegue Schiralli - e non solo a Trani, la gente è pervasa dall'indifferenza, forse per paura di reazioni spropositate. Si rimane impassibili dinanzi all'aggressione ad una vecchietta come pure ad una bambina. Figurarsi se si vede un incivile che va di corpo. La cronaca nazionale è piena di episodi. Basta un niente per ritrovarsi al pronto soccorso, sempre che vada bene! Quella dei paladini è una razza ormai in via di estinzione. Ma all'inciviltà si risponde con la prevenzione, con un maggiore controllo del territorio, con i servizi (e non solo quelli igienici che pure sono necessari). La sostanza è di gran lunga più importante dell'apparenza. E a Trani la sostanza manca, mentre abbonda l'apparenza. A che vale spendere i soldi per il salotto buono se poi viene preso per un diurno?».

Schiralli va avanti nel suo commento: «Dai palchi si è sentito dire in campagna elettorale "Amo Trani". Ma poi più di uno del governo cittadino, ultimamente, ha detto pubblicamente di vergognarsi di essere tranese. Avrebbe dovuto farlo, invece, al momento dei tagli ai capitoli dei servizi sociali. Quando sono state decise spese folli per cose effimere. Le campagne di sensibilizzazione servono in un certo modo a prevenire atti di inciviltà. Ma educare costa. La barzelletta (perché di barzelletta si deve parlare, vista la durata, un mese, e i risultati ottenuti, una ventina di contravvenzioni) del servizio contro le deiezioni canine la dice lunga su chi crede che basta un centinaio di palette o due vigili di pattuglia per sconfiggere i cittadini sporcaccioni. Tant'è che ora le strade son più sporche di prima, e c'è pure chi su qualche forum ha chiesto di modificarne la denominazione».

«Un adagio, vecchio fin quanto si vuole, ma sempre attuale - ricorda Schiralli - ricorda a tutti da che parte il pesce comincia a mandar cattivo odore. I governanti dicono che non ci sono vigili (manco fosse una scusante), ma fra poco arriveranno quelli a tempo determinato. La città li aspetta come una manna dal cielo. Cambierà qualcosa? Se Federico II non fosse vissuto nel duecento, ma oggi, probabilmente avrebbe etichettato Trani in maniera diversa da quella tramandataci. Forse come un'altra del suo regno».
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