
Attualità
“Giustizia e Politica”: grande seguito a Trani per la presentazione del libro del prof. Luigi Ferrajoli
Il professore emerito dell’Università “Roma Tre” ha dialogato , in un aula gremita, con gli avvocati e i giovani praticanti dell’Ordine degli Avvocati di Trani
Trani - mercoledì 19 febbraio 2025
18.24
Nel pomeriggio di ieri si è tenuto un incontro che ha visto protagonista Luigi Ferrajoli, noto professore di Filosofia del diritto dell'Università "Roma Tre", il tema? Dei più controversi: la crisi del garantismo penale. Il luogo: la suggestiva biblioteca storica dell'Ordine degli Avvocati di Trani. Il professore ha ripercorso, grazie alla sua esperienza di accademico, la crisi del garantismo penale, soffermandosi sull'attuale panorama civile e politico, che presenta forti tensioni sociali: dalla caccia all'immigrato a quella al magistrato, lo scenario attuale non è confortante, e il professore lo descrive con una disarmante chiarezza. In un passaggio fondamentale il Procuratore capo della Procura della Repubblica di Trani, dott. Renato Nitti, ha sottolineato - in linea con la tematica affrontata - l'importanza fondamentale dell'indipendenza del Pubblico Ministero e della polizia giudiziaria separata dalla polizia di sicurezza. Nei procedimenti contro i c.d. colletti bianchi, sostiene Nitti, un Pubblico Ministero e una polizia giudiziaria indipendenti e separate sono uno strumento fondamentale per l'intercettazione delle notizie di reato e per la repressione di condotte criminose tanto gravi. A margine del convegno il prof. Luigi Ferrajoli ha risposto ad alcune domande che gli abbiamo posto.
D: Si è parlato di tensione tra politica e giustizia; lei crede che ci debba essere una riconciliazione tra questi due poteri e che i conflitti tra questi due poteri possano pregiudicare il benessere dei cittadini?
R: Direi che la tensione è dovuta al fatto che la politica non ammette controlli di legalità. C'è una concezione primitiva di giustizia, secondo cui l'unica legittimazione sia il voto. Dunque, i controlli vengono considerati degli interventi illegittimi. L'unico modo che la politica ha per affermare la sua sovrordinazione è fare leggi chiare e precise, in grado di rendere effettivo il principio della soggezione dei giudici alla legge. In realtà ha fatto esattamente il contrario, producendo un'enorme quantità di leggi che creano solo confusione e aprono all'arbitrio del potere giudiziario. Questa tendenza, del resto, non è solo italiana, ma si sta verificando in molti altri paesi con governi populisti. Il compito della magistratura è quello di controllare, chiaramente, la sfera illegittima della politica, e non di certo quella legittima.
D: Cosa pensa della paventata idea di abolire l'ergastolo ostativo? Pensa che sia giusto abolirlo?
R: È una vergogna; ostativo vuol dire che viene applicato a quanti non collaborano con la giustizia, quindi in violazione del diritto al silenzio, che è uno dei capisaldi della civiltà giuridica. Il fatto che si tratti di quasi diecimila condanne alla reclusione e più di mille all'ergastolo ostativo, è un segno del carattere burocratico dell'applicazione di questa misura, che veramente è una vergogna per il paese e i cittadini.
D: Si è parlato di tensione tra politica e giustizia; lei crede che ci debba essere una riconciliazione tra questi due poteri e che i conflitti tra questi due poteri possano pregiudicare il benessere dei cittadini?
R: Direi che la tensione è dovuta al fatto che la politica non ammette controlli di legalità. C'è una concezione primitiva di giustizia, secondo cui l'unica legittimazione sia il voto. Dunque, i controlli vengono considerati degli interventi illegittimi. L'unico modo che la politica ha per affermare la sua sovrordinazione è fare leggi chiare e precise, in grado di rendere effettivo il principio della soggezione dei giudici alla legge. In realtà ha fatto esattamente il contrario, producendo un'enorme quantità di leggi che creano solo confusione e aprono all'arbitrio del potere giudiziario. Questa tendenza, del resto, non è solo italiana, ma si sta verificando in molti altri paesi con governi populisti. Il compito della magistratura è quello di controllare, chiaramente, la sfera illegittima della politica, e non di certo quella legittima.
D: Cosa pensa della paventata idea di abolire l'ergastolo ostativo? Pensa che sia giusto abolirlo?
R: È una vergogna; ostativo vuol dire che viene applicato a quanti non collaborano con la giustizia, quindi in violazione del diritto al silenzio, che è uno dei capisaldi della civiltà giuridica. Il fatto che si tratti di quasi diecimila condanne alla reclusione e più di mille all'ergastolo ostativo, è un segno del carattere burocratico dell'applicazione di questa misura, che veramente è una vergogna per il paese e i cittadini.