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Eventi e cultura
Trani ospita il Viceministro della Giustizia Francesco Paolo Sisto: un dibattito sulla violenza di genere alla vigilia dell’08 marzo
L’incontro è stato organizzato dall’AGIFOR Trani e dall’AMI Bari, ed è stato ospitato dall’Ordine degli Avvocati di Trani nella Biblioteca storica dell’ordine.
Trani - sabato 8 marzo 2025
15.11
La violenza di genere è stata al centro di un interessante dibattito nel pomeriggio di venerdì 7 marzo; ospiti della serata, oltre che il Viceministro della Giustizia Francesco Paolo Sisto, anche la dott.ssa Mirella Conticelli, sostituto procuratore presso la Procura della Repubblica di Foggia e gli avv. Gabriella Eletti, Gennaro Iossa e Gian Ettore Gassani. Moderatore del dibattito l'avv. Luca Volpe. Gli ospiti avvicendatisi hanno avuto modo di ricostruire l'attuale stato dell'arte, anche rispetto alle recenti modifiche del codice rosso, partendo dal primo progetto, il protocollo "binario rosa", ideato dall'avv. Gabriella Eletti, e che è stato l'antesignano dell'odierno Codice Rosso. Questo incontro assume un significato particolare anche in virtù del disegno di legge discusso in parlamento nella giornata del 7 marzo per l'introduzione del reato di femminicidio e per l'inasprimento delle pene per i reati di maltrattamento, violenza sessuale, atti persecutori e revenge porn.
Abbiamo intervistato la dottoressa Mirella Conticelli, il viceministro Francesco Paolo Sisto e l'avv. Gian Ettore Gassani perché esprimessero il loro personale punto di vista sulla questione.
D: Dottoressa Conticelli, nella sua lunga esperienza, come ha visto evolvere la tutela nei confronti delle donne e contro le violenze di genere?
R: Si parla di violenza di genere e non solo di violenza sulle donne perché questa è un'espressione oramai un po' sorpassata; genere non significa solo donna ma ci sono anche categorie diverse: parliamo di appartenenza a determinati nuclei religiosi, non solo in Italia; dei bambini, delle persone omosessuali quindi delle minoranze. Oggi, forse, il fenomeno subisce un'eccessiva esposizione di tipo mediatico: c'è un eccesso di trasmissioni televisive che acuiscono la curiosità di un pubblico inesperto, senza dargli modo di capire meglio perché certi fenomeni accadono e in che modo si possono neutralizzare. Ero magistrato da poco tempo quando ci fu un passaggio epocale per l'Italia: le violenze sessuali, che rientravano nei reati contro la morale, diventavano reati contro la persona. Da quel momento in poi abbiamo avuto una pletora di leggi, sulla cui applicazione, tuttavia, ci sono ancora dei problemi.
D: Avvocato Gassani, uno dei reati più odiosi, in ambito di violenza di genere è sicuramente il revenge porn; qual è il punto della situazione?
R: È un reato introdotto col Codice Rosso. Prima si sopperiva inquadrandolo nella diffamazione. Oggi è un reato molto più grave, che nella quasi totalità ha come vittime le donne, viene consumato per vendetta e distrugge l'immagine della donna: se l'uomo non riesce a ucciderla fisicamente cerca di ucciderla nella sua comunità. Per cui, bene ha fatto il legislatore a creare una fattispecie criminosa a parte, cioè il reato di diffusione illecita di immagini a sfondo sessuale, siano fotografie, video o entrambe le cose, senza il consenso della vittima e quando l'immagine che viene pubblicata è chiaramente riconducibile alla persona. Di revenge porn si muore; tante donne si sono uccise o hanno perso la voglia di vivere, sono andate in terapia, perché è molto difficile rimuovere dalla rete immagini a sfondo sessuale. Io dico che, forse, potremmo anche inasprire le pene.
D: Viceministro Sisto, in una società multiculturale, può essere un problema cercare di trasmettere i giusti valori a ragazzi che provengono da contesti familiari che non hanno la stessa considerazione della donna che ha la nostra società?
R: Noi abbiamo delle regole: la Costituzione, le leggi ordinarie, le norme che puniscono reati in spregio di questi valori; abbiamo l'obbligo di farli rispettare, e se qualcuno non li rispetta, deve essere punito esattamente come un cittadino italiano. Non si può essere clementi nei confronti di culture che violino le previsioni costituzionali. Si deve portare la cultura nelle nostre scuole, fin dalla scuola materna, e insegnare ai bambini il rispetto nei confronti dei loro simili; far capire che la vita umana ha un gran significato e che qualsiasi cosa possa accadere, nulla vale più della vita. Abbiamo parlato di femminicidi e di violenza contro le donne: credo che le norme non bastino e che la sanzione arrivi sempre troppo tardi.
D: I tribunali hanno bisogno di più risorse?
R: Stiamo lavorando tanto sulle strutture della Giustizia, non solo sul piano normativo ma anche su quello logistico, con un massiccio piano di assunzioni, concorsi di magistratura uno dietro l'altro, e informatica, cercando di ottenere maggior efficienza senza intaccare i diritti .
Abbiamo intervistato la dottoressa Mirella Conticelli, il viceministro Francesco Paolo Sisto e l'avv. Gian Ettore Gassani perché esprimessero il loro personale punto di vista sulla questione.
D: Dottoressa Conticelli, nella sua lunga esperienza, come ha visto evolvere la tutela nei confronti delle donne e contro le violenze di genere?
R: Si parla di violenza di genere e non solo di violenza sulle donne perché questa è un'espressione oramai un po' sorpassata; genere non significa solo donna ma ci sono anche categorie diverse: parliamo di appartenenza a determinati nuclei religiosi, non solo in Italia; dei bambini, delle persone omosessuali quindi delle minoranze. Oggi, forse, il fenomeno subisce un'eccessiva esposizione di tipo mediatico: c'è un eccesso di trasmissioni televisive che acuiscono la curiosità di un pubblico inesperto, senza dargli modo di capire meglio perché certi fenomeni accadono e in che modo si possono neutralizzare. Ero magistrato da poco tempo quando ci fu un passaggio epocale per l'Italia: le violenze sessuali, che rientravano nei reati contro la morale, diventavano reati contro la persona. Da quel momento in poi abbiamo avuto una pletora di leggi, sulla cui applicazione, tuttavia, ci sono ancora dei problemi.
D: Avvocato Gassani, uno dei reati più odiosi, in ambito di violenza di genere è sicuramente il revenge porn; qual è il punto della situazione?
R: È un reato introdotto col Codice Rosso. Prima si sopperiva inquadrandolo nella diffamazione. Oggi è un reato molto più grave, che nella quasi totalità ha come vittime le donne, viene consumato per vendetta e distrugge l'immagine della donna: se l'uomo non riesce a ucciderla fisicamente cerca di ucciderla nella sua comunità. Per cui, bene ha fatto il legislatore a creare una fattispecie criminosa a parte, cioè il reato di diffusione illecita di immagini a sfondo sessuale, siano fotografie, video o entrambe le cose, senza il consenso della vittima e quando l'immagine che viene pubblicata è chiaramente riconducibile alla persona. Di revenge porn si muore; tante donne si sono uccise o hanno perso la voglia di vivere, sono andate in terapia, perché è molto difficile rimuovere dalla rete immagini a sfondo sessuale. Io dico che, forse, potremmo anche inasprire le pene.
D: Viceministro Sisto, in una società multiculturale, può essere un problema cercare di trasmettere i giusti valori a ragazzi che provengono da contesti familiari che non hanno la stessa considerazione della donna che ha la nostra società?
R: Noi abbiamo delle regole: la Costituzione, le leggi ordinarie, le norme che puniscono reati in spregio di questi valori; abbiamo l'obbligo di farli rispettare, e se qualcuno non li rispetta, deve essere punito esattamente come un cittadino italiano. Non si può essere clementi nei confronti di culture che violino le previsioni costituzionali. Si deve portare la cultura nelle nostre scuole, fin dalla scuola materna, e insegnare ai bambini il rispetto nei confronti dei loro simili; far capire che la vita umana ha un gran significato e che qualsiasi cosa possa accadere, nulla vale più della vita. Abbiamo parlato di femminicidi e di violenza contro le donne: credo che le norme non bastino e che la sanzione arrivi sempre troppo tardi.
D: I tribunali hanno bisogno di più risorse?
R: Stiamo lavorando tanto sulle strutture della Giustizia, non solo sul piano normativo ma anche su quello logistico, con un massiccio piano di assunzioni, concorsi di magistratura uno dietro l'altro, e informatica, cercando di ottenere maggior efficienza senza intaccare i diritti .