Scuola e Lavoro
Il liceo De Sanctis abbraccia il teatro con Vittorio Continelli
Un viaggio alla scoperta del "mito" per conoscere se stessi
Trani - sabato 30 gennaio 2016
11.34
In quanto luogo di formazione, un istituto scolastico dovrebbe cercare di soddisfare al meglio i bisogni e quindi anche le esigenze extra-curriculari dei propri alunni. Ed è quello che il liceo "De Sanctis" cerca di realizzare, organizzando e partecipando a progetti di diverse tipologie, in modo da poter contribuire all'arricchimento sia culturale che umano dei suoi ragazzi. Entusiasmanti e interessanti sono stati a tale proposito gli incontri pomeridiani, una sorta di "dopo-scuola teatrale", con le docenti di Gregorio, Ierimonti e Sciancalepore delle classi III Bc, II Al, II Bl, III As, III Al, V Cs, che hanno assistito allo spettacolo relativo ai "Miti d'amore", e quelli della IV Ds e IV Ac dedicato a "Sidera-#miti delle stelle" nella sede Arci di Trani. L'attore Vittorio Continelli, con la sua vitalità e la sua passione, è riuscito a "rompere la quarta parete", quel muro immaginario posto di fronte al palco di un teatro, e a rendere gli studenti così partecipi di quanto raccontava, da far vivere "in diretta" le storie di quei miti e di quei personaggi che poi tanto diversi dalla nostra realtà non sono: "Gli dei sono vendicativi e anche noi uomini e donne lo siamo".
Un viaggio intimo e intenso quello rappresentato da Conticelli alleviato però dalla consapevolezza della presenza di braccia amiche, amorevoli, che in qualsiasi momento della vita umana sono pronte ad accogliere e proteggere in quel porto sicuro dell'Amore. Appartiene agli uomini per esempio la scelta di comportarsi come Narciso, e quindi decidere di poter combattere con le sole forze, di non aver bisogno di nessuno a cui dedicare il proprio amore, al punto da ritrovarsi però intrappolati in se stessi e in conflitto con l'egocentrismo, ossia quell'atteggiamento di superiorità che gli uomini si sono costruiti da soli, forse per la paura di essere delusi dall'altro e di non voler soffrire. E sempre umana è la scelta di lasciarsi, al contrario, invadere dalla passione e dal turbine del sentimento d'amore, così da rischiare di perdere il proprio amato, proprio come Orfeo nella tragica risalita dall'Ade.
In quanto uomini, si può sbagliare e farsi schiacciare dalle proprie debolezze, ma sempre in quanto uomini si possono capire i propri errori e rimediare, cogliendo insegnamenti da quei personaggi che, per quanto inventati possano essere di fronte alla complessità della vita, possono trovarsi smarriti e intimoriti e non sapere quale sia la scelta giusta da prendere. Il significato del termine "desiderare" deriva dal latino "de", ossia lontananza, e "sidera", cioè stelle, astri. E' verso questa mancanza, e al tempo stesso bisogno di raggiungere le stelle lontane, che Continelli ha guidato gli studenti, perdendosi egli stesso nei suoi sogni e desideri a ritmo del dolce suono di un carillon, spingendoli catapultarsi nelle vite di quegli dei, afflitti dagli stessi dolori e dalle stesse paure umane, nonostante la loro apparente forza grazie alla loro natura divina. I "desiderantes" erano quei soldati romani che la sera, dopo una battaglia, si sdraiavano sul terreno per farsi avvolgere e rassicurare dal cielo stellato, per ricevere una qualche risposta sui loro compagni non ancora tornati. Così gli uomini, a volte troppo deboli per lottare, preferiscono farsi cullare dall'illusione e affidarsi a quelle minuscole lucciole, così che possano trasmettere un po' della loro luminosità, del loro calore, per realizzare i loro sogni.
Oppure come Zeus, pur di raggiungere i propri obiettivi, si può rimanere annebbiati dalle proprie ambizioni, che potranno portare ad una vera e propria "metamorfosi" degli stessi, non consentendo di riconoscersi più. O ancora si potrebbe cadere nella gelosia, nella brama di vendetta di Era, o nell'amore incondizionato di Callisto per suo figlio Arturo. Per quanto lontani possano sembrare queste divinità, esse sono pur frutto dell' immaginazione umana, e questo fa capire quanto in realtà siano uguali agli uomini stessi.
È bello sapere che in un mondo dominato sempre più dalla razionalità, in un mondo in cui si è portati a dare ad ogni cosa che ci circonda una spiegazione logica, c'è pur sempre un velo di magia e fantasia, che ci permette magari di dare una risposta a qualcosa che forse una risposta razionale mai avrà, perdendosi così nell'incantevole labirinto di Dedalo che è la vita. Il mondo classico e i suoi miti ben si sposano quindi con la dimensione teatrale e antropologica, tanto cara a tutti gli studenti del liceo "De Sanctis".
Un viaggio intimo e intenso quello rappresentato da Conticelli alleviato però dalla consapevolezza della presenza di braccia amiche, amorevoli, che in qualsiasi momento della vita umana sono pronte ad accogliere e proteggere in quel porto sicuro dell'Amore. Appartiene agli uomini per esempio la scelta di comportarsi come Narciso, e quindi decidere di poter combattere con le sole forze, di non aver bisogno di nessuno a cui dedicare il proprio amore, al punto da ritrovarsi però intrappolati in se stessi e in conflitto con l'egocentrismo, ossia quell'atteggiamento di superiorità che gli uomini si sono costruiti da soli, forse per la paura di essere delusi dall'altro e di non voler soffrire. E sempre umana è la scelta di lasciarsi, al contrario, invadere dalla passione e dal turbine del sentimento d'amore, così da rischiare di perdere il proprio amato, proprio come Orfeo nella tragica risalita dall'Ade.
In quanto uomini, si può sbagliare e farsi schiacciare dalle proprie debolezze, ma sempre in quanto uomini si possono capire i propri errori e rimediare, cogliendo insegnamenti da quei personaggi che, per quanto inventati possano essere di fronte alla complessità della vita, possono trovarsi smarriti e intimoriti e non sapere quale sia la scelta giusta da prendere. Il significato del termine "desiderare" deriva dal latino "de", ossia lontananza, e "sidera", cioè stelle, astri. E' verso questa mancanza, e al tempo stesso bisogno di raggiungere le stelle lontane, che Continelli ha guidato gli studenti, perdendosi egli stesso nei suoi sogni e desideri a ritmo del dolce suono di un carillon, spingendoli catapultarsi nelle vite di quegli dei, afflitti dagli stessi dolori e dalle stesse paure umane, nonostante la loro apparente forza grazie alla loro natura divina. I "desiderantes" erano quei soldati romani che la sera, dopo una battaglia, si sdraiavano sul terreno per farsi avvolgere e rassicurare dal cielo stellato, per ricevere una qualche risposta sui loro compagni non ancora tornati. Così gli uomini, a volte troppo deboli per lottare, preferiscono farsi cullare dall'illusione e affidarsi a quelle minuscole lucciole, così che possano trasmettere un po' della loro luminosità, del loro calore, per realizzare i loro sogni.
Oppure come Zeus, pur di raggiungere i propri obiettivi, si può rimanere annebbiati dalle proprie ambizioni, che potranno portare ad una vera e propria "metamorfosi" degli stessi, non consentendo di riconoscersi più. O ancora si potrebbe cadere nella gelosia, nella brama di vendetta di Era, o nell'amore incondizionato di Callisto per suo figlio Arturo. Per quanto lontani possano sembrare queste divinità, esse sono pur frutto dell' immaginazione umana, e questo fa capire quanto in realtà siano uguali agli uomini stessi.
È bello sapere che in un mondo dominato sempre più dalla razionalità, in un mondo in cui si è portati a dare ad ogni cosa che ci circonda una spiegazione logica, c'è pur sempre un velo di magia e fantasia, che ci permette magari di dare una risposta a qualcosa che forse una risposta razionale mai avrà, perdendosi così nell'incantevole labirinto di Dedalo che è la vita. Il mondo classico e i suoi miti ben si sposano quindi con la dimensione teatrale e antropologica, tanto cara a tutti gli studenti del liceo "De Sanctis".