Cronaca
Il legale del dottor Nemore: «Vuole chiarire ogni cosa, è dispiaciuto e prostrato»
La riflessione dell'infermiere e scrittore Rino Negrogno: «Vorrei non fosse vero...»
Trani - giovedì 18 gennaio 2024
07.28
Un profondo sdegno ha attraversato ieri la comunità di Trani per la notizia che in poche ore si è diffusa su tutte le testate nazionali, ma anche allo stesso tempo tanta incredulità nei confronti di un medico riconosciuto come un operatore serio, professionale e disponibile umanamente; oltretutto non solo in un reparto rimasto uno degli ultimi baluardi di quella Sanità di cui la Città di Trani è stata privata, ma anche, proprio con il dottor Nemore, punto di riferimento in Puglia per la risonanza magnetica cardiaca, un vero e proprio fiore all'occhiello dei servizi erogati dalla Unità operativa di Radiologia.
All'agenzia Ansa l'avvocato Florio, legale del dottor Nemore avrebbe dichiarato che il medico sarebbe "prostrato dispiaciuto e pronto a dare la sua versione dei fatti" al giudice per le indagini preliminari nel corso dell'interrogatorio di garanzia.
II dirigente medico della unità operativa di Radiologia del PTA di Trani, è agli arresti domiciliari, accusato, con una infermiera, di concorso e a vario titolo, di concussione, peculato e truffa aggravata ai danni dello Stato. In molti, e queste ore, stanno ripetendo "vorrei non fosse vero": e tra tutti pubblichiamo le parole pubblicate dal dallo scrittore e infermiere Rino Negrogno, utili a interpretare il pensiero che in questo momento aleggia nella Città.
"Sono profondamente e irrimediabilmente avvilito, come essere umano e come infermiere. Vorrei che la notizia che ho letto stamattina, non fosse vera, e continuo ad augurarmelo con tutto il cuore, vorrei che nessuno al mondo e per nessuna ragione, pensasse di arricchirsi sulla sofferenza e la disperazione di chi soffre, vorrei che nessuno mai avesse il coraggio di mettere in tasca dei soldi che odorano di paura di morire, vorrei che un paziente con una grave malattia non dovesse attendere nemmeno un minuto per un esame, vorrei che non ci fossero mai più tagli alla sanità, vorrei che le liste di attesa fossero abolite per sempre, vorrei che i medici e gli infermieri, mentre guardano negli occhi un paziente, vedessero la loro madre, il loro padre, il loro figlio, vorrei addirittura che tutti si ammalassero e provassero almeno una volta, sulla propria pelle, il disagio di dover agognare le cure, vorrei che la malattia fosse come la morte, democratica, giusta, irremovibile, curabile o incurabile senza distinzione. Soprattutto vorrei che tutto questo non fosse vero, e continuo ad augurarmelo".
All'agenzia Ansa l'avvocato Florio, legale del dottor Nemore avrebbe dichiarato che il medico sarebbe "prostrato dispiaciuto e pronto a dare la sua versione dei fatti" al giudice per le indagini preliminari nel corso dell'interrogatorio di garanzia.
II dirigente medico della unità operativa di Radiologia del PTA di Trani, è agli arresti domiciliari, accusato, con una infermiera, di concorso e a vario titolo, di concussione, peculato e truffa aggravata ai danni dello Stato. In molti, e queste ore, stanno ripetendo "vorrei non fosse vero": e tra tutti pubblichiamo le parole pubblicate dal dallo scrittore e infermiere Rino Negrogno, utili a interpretare il pensiero che in questo momento aleggia nella Città.
"Sono profondamente e irrimediabilmente avvilito, come essere umano e come infermiere. Vorrei che la notizia che ho letto stamattina, non fosse vera, e continuo ad augurarmelo con tutto il cuore, vorrei che nessuno al mondo e per nessuna ragione, pensasse di arricchirsi sulla sofferenza e la disperazione di chi soffre, vorrei che nessuno mai avesse il coraggio di mettere in tasca dei soldi che odorano di paura di morire, vorrei che un paziente con una grave malattia non dovesse attendere nemmeno un minuto per un esame, vorrei che non ci fossero mai più tagli alla sanità, vorrei che le liste di attesa fossero abolite per sempre, vorrei che i medici e gli infermieri, mentre guardano negli occhi un paziente, vedessero la loro madre, il loro padre, il loro figlio, vorrei addirittura che tutti si ammalassero e provassero almeno una volta, sulla propria pelle, il disagio di dover agognare le cure, vorrei che la malattia fosse come la morte, democratica, giusta, irremovibile, curabile o incurabile senza distinzione. Soprattutto vorrei che tutto questo non fosse vero, e continuo ad augurarmelo".