Nicola frangione
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Immortalato anche a Trani il professore del G20: l'abbiamo intervistato

Da una foto diventata virale e una fama improvvisa, le riflessioni del docente materano

È sorpreso più di tutti il professor Frangione, sorride ma è preoccupato per una reazione sociale, anzi, social, che definisce "angosciante" perché esprime quanto ormai siamo così fragili, vuoti, da poter essere trascinati ovunque.

Usa Internet e whatsapp quando gli occorre e comunque solo da casa perché per il suo cellulare non ha mai voluto la connessione dati.

Un incontaminato dai social e dalla rete che suo malgrado è diventato uno dei personaggi più popolari del web negli ultimi due giorni. Non è paragonabile la rilevanza mediatica che ha avuto la riunione del G20 in Italia quanto quella della immagine del professore affacciato dal balcone di casa sua in tenuta da pomeriggio torrido estivo mentre una banda musicale accompagnava i Ministri dei 20 paesi più potenti del mondo.

Quella foto, originale e rimontata in fotomontaggi che lo vedono ora sul balcone di San Pietro, ora affacciato insieme alla regina Elisabetta e perfino con papa Francesco e sul Titanic, è stata ritoccata anche a Trani dalla pagina Facebook di satira "Aggiornamenti live sui fari allo stadio" e il professore ci guarda dall'alto dell'attrazione che in questi giorni consente di pranzare a 50 metri d'altezza.

Ma lei a Trani è mai stato, professore?

In passato era mia abitudine frequentare quelle zone. Trani in particolare con la sua bellissima cattedrale e il centro storico mi hanno sempre affascinato. Manco veramente da tanto tempo ma devo dire che questa occasione e il fotomontaggio arrivato anche da lì mi ha riacceso il desiderio di tornarvi anche perché so che in tanti anni è diventata ancora più bella con restauri e riqualificazioni.

Professore, dicono che lei abbia invaso con la sua presenza il G20: in realtà il G20 ha invaso la sua quotidianità pomeridiana, quando si siede sull'uscio di casa nella quiete dei Sassi a leggere...

Ovviamente sapevo cosa stesse accadendo e come gli altri materani stavo alle regole di quella giornata, riponendo le mie abitudini. Sentita la musica mi sono affacciato e quello scatto ha fatto tutto il resto. Leggere dovrebbe essere una abitudine di tutti e lo dico con forza soprattutto dopo quello che sta accadendo in questi giorni. Vedere la facilità con cui si possa essere trascinati in massa in un dibattito inesistente attraverso i social è inquietante, mi amareggia e preoccupa profondamente. Ho inevitabilmente pensato a "1984 "di George Orwell che nel 1948 presagiva esattamente questo tipo di dipendenza della società e di controllo dall'alto del "Grande Fratello". E l'aveva previsto anche Umberto Eco - che penso più volte si starà rivoltando nella tomba -perché quel che sta accadendo nasce da una crescente china del livello culturale della gente, pensiero condiviso da Chomsky e rappresentato in passato nel cinema da Orson Welles. Che questa china avvenga anche in Italia, culla della Cultura e della civiltà è una sconfitta profonda.

Cosa pensa dei commenti che fanno ipotesi sulla sua presenza in desabillè dal balcone sulla testa dei potenti?

Che hanno un comune denominatore, che siano negativi o positivi e questo nasce da ciò che ho detto poc'anzi: povertà assoluta di linguaggio -in Italia si legge troppo poco- e quindi pochi strumenti per pensare e riflettere e formare un nostro pensiero autonomo. Sarebbe interessante fare un'analisi linguistica, sappiamo usare tutti uno stesso ristretto numero di parole. Stiamo perdendo noi stessi, stiamo diventando un ammasso indistinto, incapace di riflessione autonoma. Mi sento decisamente pessimista per il futuro da questo punto di vista. È l'unica osservazione che mi sento di fare. Per il resto, nessuna intenzione di deridere o criticare, benché sia stata molto approvata, mi dicono.

Stiamo scoprendo che dietro quella immagine c'è una persona coltissima e densa. Cosa si aspetta da questa sopraggiunta, inaspettata fama?

Che è anche immotivata: per non aver fatto nulla, anzi per essermi affacciato alla finestra di casa mia c'è un dibattito virale tra pro e contro, mi sembra davvero assurdo e irrazionale tutto. Continuano a chiamarmi da tutta Italia per intervistarmi e per strada a chiedermi di fare selfie come fossi un divo. Beh, mi piacerebbe che questo episodio servisse a aprire una riflessione, a indurre le persone a rivedere i propri comportamenti, i propri atteggiamenti. E magari che la popolarità potesse essere funzionale a costruire qualcosa di positivo.

Allora la aspettiamo in Puglia e a Trani, professore.

E io conto di venire presto, e scatteremo delle belle foto con lo sfondo dei vostri meravigliosi monumenti. Questa bellezza dovrebbe girare ovunque, e renderebbe più ricca l'anima delle persone.
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