
L'Arcidiocesi di Trani negli USA: Luisa Piccarreta e l'Unità nella Divina Volontà al Congresso di Orlando
L'Arcivescovo D'Ascenzo invia il messaggio di benedizione al summit sulla mistica coratina
In rappresentanza di Corato, città natale e luogo dove riposano le spoglie della Serva di Dio, sono presenti: Don Vincenzo Bovino, parroco della chiesa di Santa Maria Greca, Enza Arbore, presidente dell'Associazione "Piccoli Figli della Divina Volontà – Luisa Piccarreta", insieme a Antonella Bucci e Carmela Vuolato. Durante il congresso sono previste conferenze, momenti di preghiera e incontri di fraternità. Un contributo significativo è giunto dall'Arcidiocesi di Trani-Barletta-Bisceglie-Nazareth con l'intervento video di Don Sergio Pellegrini, Vicario generale e vice postulatore della causa di beatificazione, che ha offerto una riflessione sul cammino spirituale della mistica.
Il Messaggio dell'Arcivescovo D'Ascenzo: Unità e Sinodalità
L'Arcivescovo Mons. Leonardo D'Ascenzo ha inviato un messaggio di saluto e benedizione ai partecipanti, esaltando il tema del congresso. L'Arcivescovo ha sottolineato come non ci sia "tema più bello, per noi cristiani, di quello dell'unità e della comunione" e ha invitato i fedeli a "coltivare la spiritualità di comunione e vivere la sinodalità come stile concreto di vita cristiana". «Solo nella comunione – ha ricordato Mons. D'Ascenzo – possiamo sperimentare la presenza di Gesù e credere in Lui». L'Arcivescovo ha inoltre esortato i presenti a non sprecare il tempo in "chiacchiere, diffidenze e contrapposizioni", ma a concentrarsi sul cammino sinodale, che "è il cammino che Dio si aspetta dalla Chiesa del terzo millennio".
Don Vincenzo Bovino ha commentato che il Congresso è "un'occasione preziosa per far conoscere sempre più la figura di Luisa Piccarreta e il suo messaggio... Sentiamo la gioia e la responsabilità di rappresentare la nostra comunità in un incontro che unisce i figli spirituali di Luisa da tutto il mondo". L'evento di Orlando si configura come un segno di comunione universale, che ribadisce come il messaggio di Luisa Piccarreta da Corato continui a ispirare fedeli in ogni parte del mondo.
Saluto dell'Arcivescovo mons. Leonardo D'Ascenzo ai partecipanti al Primo Congresso internazionale "Unità nella Divina Volontà" Orlando (USA) 31 ottobre - 2 novembre 2025
Saluto tutti i presenti con affetto.
Un saluto di cuore a tutti, a Sua Eccellenza Reverendissima Mons. John Gerard Noonan Vescovo di Orlando, ai presbiteri, ai consacrati, alle famiglie, a tutti i laici che partecipano al Primo Congresso internazionale negli Stati Uniti dal titolo "Unità nella Divina Volontà". Saluto con gratitudine gli organizzatori del Congresso e in modo particolare i coniugi Sigg. Jeff e Mary Zirkle e la Sig.ra Alejandra Acuña che ho conosciuto in occasione del Convegno svoltosi a Corato nell'aprile scorso.
Come dicevo in quell'occasione, il 2025 segna un anniversario importante: i 160 anni dalla nascita della serva di Dio Luisa Piccarreta. Ed è molto bello ritrovarsi insieme a riflettere sul tema della "Unità nella Divina Volontà". Per noi cristiani e per noi discepoli di Gesù non c'è tema più bello che quello dell'unità, della comunione, dell'essere una cosa sola nel professare la nostra fede, nel vivere la nostra vita secondo i valori del Vangelo, nel darne testimonianza e nel desiderio di camminare insieme.
Nella Chiesa, sacramento della comunione con Dio e di tutto il genere umano (Cf. Concilio Vaticano II, Costituzione Dogmatica Lumen Gentium, n. 1), siamo chiamati, con l'aiuto dei sacramenti e soprattutto dell'Eucaristia, a vivere relazioni di comunione. La prima e necessaria condizione perché possiamo accogliere quello che il Signore ha in cuore per noi - la Divina Volontà - è proprio la comunione. Lo sappiamo bene, senza la comunione, non possiamo andare da nessuna parte, non possiamo dirci ed essere Chiesa. Sentiamoci chiamati a mettere in pratica le parole pronunciate qualche anno fa da Papa Francesco che vogliamo ricordare: «Non sprecate il tempo prezioso in chiacchiere, diffidenze e contrapposizioni» (Discorso, 15 ottobre 2022). A volte nella Chiesa, nelle nostre comunità, succede anche questo. Per favore - diceva Papa Francesco - non sprecate il tempo! Il tempo non possiamo viverlo bene se non costruendo comunione.
È necessario nella nostra vita, nei nostri gruppi, nelle nostre Chiese, coltivare la spiritualità di comunione e avere come metodo la sinodalità. Spiritualità è un concetto concreto, indica la vita concreta, quella di tutti i giorni, animata dallo Spirito Santo. Ciò significa che la vita non può che essere vissuta nella comunione, seguire Gesù camminando insieme. Insieme pregare, riflettere, discernere, agire. Tutti insieme, vescovi, presbiteri, consacrati, laici, gruppi, associazioni. Non ci sono strade da percorrere in modalità solitaria, la comunione è condizione necessaria per sperimentare la presenza di Gesù e credere in Lui. Se non c'è comunione, tra di noi non possiamo sperimentare la presenza di Gesù, non è possibile conoscere Gesù, non è possibile credere in Lui. È necessaria la comunione! "Dove sono due o tre riuniti nel mio nome - ha detto Gesù - lì sono io in mezzo a loro" (Cf. Mt 18,20).
Per fare esperienza di Gesù, per credere in Lui, per testimoniarlo, non abbiamo prima di tutto bisogno di crescere in genialità, intelligenza, strutture, strategie, cose tutte buone, abbiamo soprattutto bisogno, come condizione irrinunciabile, di crescere in comunione, se veramente vogliamo trasformare questo tempo di prova che stiamo vivendo; un tempo molto bello per certi aspetti e contemporaneamente per altri aspetti è un tempo difficile, segnato da violenza, da guerre combattute con le armi, guerre commerciali, guerre economiche, ma noi sentiamo la chiamata e il desiderio di impegnarci nel dare il nostro contributo perché l'umanità, il mondo, gli ambienti in cui viviamo possano costruire comunione.
Chiediamo al Signore di aiutarci a sentire forte il desiderio di camminare insieme, mettendo ciascuno, sé stesso, a servizio di tutti in un progetto comune. Queste riflessioni sono particolarmente valide in questo tempo in cui, come ci ha detto Papa Francesco, il cammino della sinodalità - il cammino che siamo chiamati a vivere e a fare insieme - è il cammino che Dio si aspetta dalla Chiesa del terzo millennio. La sinodalità, infatti, è dimensione costitutiva della Chiesa. Quello che il Signore ci chiede, in un certo senso, è già tutto contenuto nella parola "Sinodo" (Cf. Francesco, Discorso in occasione della Commemorazione del 50.mo anniversario dell'Istituzione del Sinodo dei Vescovi, 17 ottobre 2015).
Nel cammino sinodale - che è questo cammino insieme, cammino che Papa Francesco ha voluto in modo particolare in questo tempo per la Chiesa e che tutti noi potessimo vivere - la "conversazione nello Spirito", che tutti noi abbiamo imparato a vivere, ci aiuta a metterci in ascolto, in ascolto reciproco tra di noi, per ascoltare ciò che lo Spirito Santo vuole comunicarci. È evidente che come Chiesa, senza l'ascolto degli altri e dello Spirito, non possiamo costruire il cammino da percorrere.
A riguardo Papa Leone XIV in occasione del Giubileo delle équipe sinodali e degli organismi di partecipazione ci ha esortato tutti dicendo: «nella Chiesa, prima di qualsiasi differenza, siamo chiamati a camminare insieme alla ricerca di Dio, per rivestirci dei sentimenti di Cristo; (…) Questo ci aiuterà ad abitare con fiducia e con spirito nuovo le tensioni che attraversano la vita della Chiesa - tra unità e diversità, tradizione e novità, autorità e partecipazione -, lasciando che lo Spirito le trasformi, perché non diventino contrapposizioni ideologiche e polarizzazioni dannose. Non si tratta di risolverle riducendo l'una all'altra, ma di lasciarle fecondare dallo Spirito, perché siano armonizzate e orientate verso un discernimento comune» (Omelia, 26 ottobre 2025)
Solo a partire da questa modalità di relazione, da questo stile assimilato e praticato, possiamo, attraverso il discernimento, arrivare a delle scelte condivise che sono la nostra risposta da vivere e realizzare, da vivere nella Divina Volontà e continuare a camminare insieme. Carissime e carissimi, augurandovi di vivere questi giorni, sperimentando la bellezza di essere una sola famiglia nell'unità della Divina Volontà, vi saluto e benedico di cuore.


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