
Vita di città
Lo strano caso delle opere d’arte del Museo diocesano
Che fine hanno fatto? I cittadini tranesi chiedono chiarezza ad autorità e responsabili
Trani - venerdì 9 febbraio 2018
Le macchine da scrivere d'epoca, al piano superiore del Polo museale a due passi dalla Cattedrale, fanno bella mostra di sé già da un bel po'. Hanno richiamato la curiosità di tanti visitatori e studenti, curiosi e appassionati. Fin qui tutto bene, ma non benissimo, come recita un recente tormentone. Più di uno studioso e appassionato di arte, tranese, in particolare, ci ha allertati attraverso un interrogativo che giriamo volentieri sia ai responsabili del Polo museale, sia alle autorità ecclesiastiche, a cominciare dal nuovo vescovo, fino ad arrivare al responsabile dei beni artistici.
Il quesito che ci si pone è il seguente: che fine hanno fatto le opere d'arte che originariamente occupavano il sito al piano superiore del Polo museale? Gli studiosi che ci hanno contatto parlano di preziosissimi reliquiari risalenti al Seicento, opere raffiguranti la vita di San Nicola ed altri quadri di sicuro interesse e valore. Inoltre ci si chiede quanto tempo ci vorrà per ripristinare la Pinacoteca che costituirebbe un'altra parte integrante del nostro patrimonio artistico. Per quest'ultimo caso, da fonti ben informate, siamo riusciti a sapere che le opere della Pinacoteca sarebbero in attesa di catalogazione.
Rispetto al momento in cui la raccolta in questione sarebbe stata sottratta alla visione del pubblico, pensiamo noi, i tempi della suddetta catalogazione sarebbero un po' troppo lunghi. Per quanto riguarda il primo punto, sembra che reliquiari (dei quali da quanto abbiamo verificato, la maggior parte della cittadinanza ne ignorerebbe anche l'esistenza) ed altre opere, come la suggestiva raccolta sulla vita di San Nicola, siano state "conservate in un deposito". Ora il nostro appello, insieme a quello degli studiosi che hanno sollevato il problema alla redazione di Traniviva, è quello che i responsabili si attivino quanto prima per riportare alla luce questa parte di patrimonio artistico tranese, che possa costituire motivo di nuovo interesse ed attrattiva per visitatori, ricercatori e turisti, prima che polvere e oblio compiano la loro "sporca" missione.
PS: questo appello è similare e parallelo a quello che facemmo a suo tempo per i "torchi" ed il materiale che a suo tempo costituì il fulcro vitale della storica tipografia Vecchi. Da quanto ci riferiscono fonti attendibili, quel materiale sarebbe sempre all'interno del tanto celebrato Palazzo Beltrani, ma senza alcun tipo di valorizzazione e rivalutazione, anche visiva, agli occhi del grande pubblico. Poi ci sciacquiamo la bocca con il rilancio della cultura…
Il quesito che ci si pone è il seguente: che fine hanno fatto le opere d'arte che originariamente occupavano il sito al piano superiore del Polo museale? Gli studiosi che ci hanno contatto parlano di preziosissimi reliquiari risalenti al Seicento, opere raffiguranti la vita di San Nicola ed altri quadri di sicuro interesse e valore. Inoltre ci si chiede quanto tempo ci vorrà per ripristinare la Pinacoteca che costituirebbe un'altra parte integrante del nostro patrimonio artistico. Per quest'ultimo caso, da fonti ben informate, siamo riusciti a sapere che le opere della Pinacoteca sarebbero in attesa di catalogazione.
Rispetto al momento in cui la raccolta in questione sarebbe stata sottratta alla visione del pubblico, pensiamo noi, i tempi della suddetta catalogazione sarebbero un po' troppo lunghi. Per quanto riguarda il primo punto, sembra che reliquiari (dei quali da quanto abbiamo verificato, la maggior parte della cittadinanza ne ignorerebbe anche l'esistenza) ed altre opere, come la suggestiva raccolta sulla vita di San Nicola, siano state "conservate in un deposito". Ora il nostro appello, insieme a quello degli studiosi che hanno sollevato il problema alla redazione di Traniviva, è quello che i responsabili si attivino quanto prima per riportare alla luce questa parte di patrimonio artistico tranese, che possa costituire motivo di nuovo interesse ed attrattiva per visitatori, ricercatori e turisti, prima che polvere e oblio compiano la loro "sporca" missione.
PS: questo appello è similare e parallelo a quello che facemmo a suo tempo per i "torchi" ed il materiale che a suo tempo costituì il fulcro vitale della storica tipografia Vecchi. Da quanto ci riferiscono fonti attendibili, quel materiale sarebbe sempre all'interno del tanto celebrato Palazzo Beltrani, ma senza alcun tipo di valorizzazione e rivalutazione, anche visiva, agli occhi del grande pubblico. Poi ci sciacquiamo la bocca con il rilancio della cultura…



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