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Cronaca
Omicidio Zanni, rimane in carcere Gianluca Napoletano
Il Tribunale del Riesame ha confermato l'arresto per il 19enne
Trani - mercoledì 14 ottobre 2015
14.46
Rimane in carcere Gianluca Napoletano, il ragazzo di 19 anni accusato della rissa e del concorso nell'omicidio di Biagio Zanni, 34 anni, ucciso con due coltellate in piazza Quercia la notte tra il 19 e il 20 settembre scorso. Per questo l'1 ottobre scorso i carabinieri lo avevano arrestato su ordinanza del gip del Tribunale di Trani, Rossella Volpe; mentre due fratelli di 15 e 16 anni sono finiti in comunità su disposizione della Procura dei minori di Bari.
Il Tribunale del Riesame ha rigettato la richiesta di arresti domiciliari avanzata dal difensore del giovane, l'avvocato Antonio Florio. Ma ha riqualificato il reato da 'concorso in omicidio' a 'concorso anomalo in omicidio' (cioè concorso in reato diverso da quello voluto). Questo non ha cambiato la situazione del 19enne, che dunque rimane in carcere come peraltro già stabilito dal gip all'esito dell'interrogatorio di garanzia il 6 ottobre scorso.
L'inchiesta vede indagate complessivamente sei persone, delle quali tre minorenni. Le responsabilità maggiori sono contestate, oltre che a Napoletano, anche ai due fratelli tranesi di 15 e 16 anni. Agli indagati a piede libero viene contetato, al momento, solo la rissa. Questa sarebbe nata da uno sgambetto dato da un amico di Zanni al gruppo di ragazzi del quale facevano parte Napoletano, i due fratelli in comunità e un altro minore di 17 anni. Però sarebbe stato il 15enne ad accoltellare Zanni all'addome. Il giovane morì, la mattina del 20 settembre, al Bonomo di Andria per choc emorragico provocato dalle coltellate.
Il Tribunale del Riesame ha rigettato la richiesta di arresti domiciliari avanzata dal difensore del giovane, l'avvocato Antonio Florio. Ma ha riqualificato il reato da 'concorso in omicidio' a 'concorso anomalo in omicidio' (cioè concorso in reato diverso da quello voluto). Questo non ha cambiato la situazione del 19enne, che dunque rimane in carcere come peraltro già stabilito dal gip all'esito dell'interrogatorio di garanzia il 6 ottobre scorso.
L'inchiesta vede indagate complessivamente sei persone, delle quali tre minorenni. Le responsabilità maggiori sono contestate, oltre che a Napoletano, anche ai due fratelli tranesi di 15 e 16 anni. Agli indagati a piede libero viene contetato, al momento, solo la rissa. Questa sarebbe nata da uno sgambetto dato da un amico di Zanni al gruppo di ragazzi del quale facevano parte Napoletano, i due fratelli in comunità e un altro minore di 17 anni. Però sarebbe stato il 15enne ad accoltellare Zanni all'addome. Il giovane morì, la mattina del 20 settembre, al Bonomo di Andria per choc emorragico provocato dalle coltellate.





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