Vita di città
Oneri di urbanizzazione: una possibile risorsa per la "svolta" del quartiere Pozzopiano
Il comitato: «Chiediamo ai nostri rappresentanti una valutazione attenta, controlli rigidi e una grande determinazione»
Trani - giovedì 12 settembre 2019
L'estate sta finendo, come diceva il ritornello di un tormentone musicale di tanti anni fa, le giornate si accorciano e l'aria del mattino è fresca. Le vacanze e le giornate afose sono alle spalle, la scuola sta per riaprire i battenti ed anche i cantieri riprendono a lavorare a pieno ritmo. E succede che in tutto questo pullulare di rumori, maestranze, ruspe, gru e polvere ti ritrovi a sognare ad occhi aperti e ad immaginare che un quartiere dormitorio, cresciuto troppo in fretta a causa di scellerate urbanizzazioni, si trasformi finalmente in un luogo vivibile, confortevole e con tutti i servizi di cui chi vi risiede ha diritto e bisogno.
Il momento è pure quello giusto per sognare, un momento cruciale che potrebbe spingere il bruco fuori dal bozzolo e farlo diventare farfalla. Si, perché quei grandi cantieri sono una possibilità. E puoi digerire anche un palazzone alto che modifica lo sky-line della città se pensi a tutto il resto che potrebbe accadere: allargamento della strettoia di Pozzopiano, sistemazione definitiva e fruibilità dei giardini di "Villa Telesio", piazzeparco con verde pubblico, doppio senso di marcia su tutta via Bari (anche sul tratto che sfocia su via Malcangi), il prolungamento di corso Don Luigi Sturzo, il miglioramento della viabilità, un maggior numero di parcheggi e rotonde al posto dei semafori. E siccome sognare non costa nulla perché non pensare alla realizzazione dell'asilo nido al posto del rudere di corso Don Luigi Sturzo a beneficio di tutte le giovani coppie di lavoratori che abitano il quartiere? E mettiamoci anche un piccolo ufficio postale, una scuola secondaria di primo grado, una filiale di banca e una lista di servizi da stilare in modo partecipato con i residenti.
Il vento, però, è fresco e ti soffia forte sulla faccia quasi a volerti svegliare. E ti guardi in giro e vedi la realtà fatta di rifiuti conferiti fuori orario e da ogni dove, il verde non curato, le deiezioni canine non raccolte e le saracinesche abbassate dei negozi che, uno dopo l'altro, sono andati via e che sono tristi come gli alberghi sul mare in inverno. Eppure un modo per svoltare davvero ci sarebbe e hanno un nome preciso: contributi per oneri di urbanizzazione. Si parla di cifre importanti, a cinque zeri che moltiplicati per in cantieri in corso arrivano anche a sei zeri. Si tratta dei corrispettivi di diritto pubblico, a carico delle diverse imprese edilizie, da versare all'Amministrazione comunale a titolo di partecipazione ai costi di urbanizzazione. Con tali disponibilità di cassa e con un'efficace gestione di questo tesoretto pubblico il quartiere potrebbe fare un importante salto di qualità.
Ci vogliono coraggio e lungimiranza, capacità di negoziazione, fermezza nel privilegiare cambiamenti più lenti ma incisivi in quanto strutturali e non accontentarsi delle briciole di consensi che durano quanto i tormentoni estivi. Il rischio è dietro l'angolo. A volte gli oneri di urbanizzazione vengono dirottati verso altri capitoli di spese. Molto spesso è in uso la consuetudine di concedere alle imprese di scomputare gli oneri di urbanizzazione, o parte di essi, in cambio di lavori di urbanizzazione realizzati dalle stesse imprese e non dal Comune. I cittadini conoscono fin troppo bene il finale di questo film e, per essere gentili, diciamo che sarebbe legittimo non aspettarsi un "lieto fine". troppe volte abbiamo assistito a lavori di interesse pubblico fatti al risparmio o non realizzati perché ogni concessionario ha tutto l'interesse a realizzarli in economia per avere guadagni sotto forma di risparmio sui costi.
Ci auguriamo che questo modo di fare non si ripeta a Pozzopiano e in tutta la città, sia per le costruzioni in corso che per quelle future. Sarebbe una bella inversione di tendenza il prendersi la responsabilità di gestire questi ingenti introiti e attraverso appalti pubblici (migliorativi e non al ribasso!), destinanrli esclusivamente alle migliorie, alle istanze ed alle esigenze primarie e secondarie del quartiere e dei suoi residenti. Se poi le cose andassero così, non ci resterebbe che ricordare all'Amministrazione comunale che quegli oneri sono soldi pubblici che appartengono a tutti i cittadini. Non potremmo far altro che sperare che le opere di urbanizzazione (parchi, piazze, marciapiedi, strade a doppia corsia, etc) siano realizzate su indicazioni precise e con le modalità e le garanzie stabilite dal Comune nell'interesse dei residenti e della collettività.
Ecco, che sia fatto l'interesse dei più e non dei pochi, una scelta che paga sempre alla distanza e non sul breve periodo. Non ci resterebbe che chiedere ai nostri rappresentanti una valutazione attenta, controlli rigidi e una grande determinazione nel negoziare con i concessionari opere, servizi e soluzioni vantaggiose a beneficio dei cittadini. Nella speranza che non ci resti che piangere, abbandonando i sogni e le speranze fino al prossimo PUE, attendiamo fiduciosi gli sviluppi di questa fase cruciale per il nostro quartiere e per tutta la città."....
Il Consiglio Direttivo Comitato Pozzopiano,
Rosanna Nenna, Fiore Resta, Enzo Covelli, Di Savino Nicoletta, Sabina Fortunato, Verrigni Carmine, Berto Nenna, Savino Soldano, Ramundo Raffaele
Il momento è pure quello giusto per sognare, un momento cruciale che potrebbe spingere il bruco fuori dal bozzolo e farlo diventare farfalla. Si, perché quei grandi cantieri sono una possibilità. E puoi digerire anche un palazzone alto che modifica lo sky-line della città se pensi a tutto il resto che potrebbe accadere: allargamento della strettoia di Pozzopiano, sistemazione definitiva e fruibilità dei giardini di "Villa Telesio", piazzeparco con verde pubblico, doppio senso di marcia su tutta via Bari (anche sul tratto che sfocia su via Malcangi), il prolungamento di corso Don Luigi Sturzo, il miglioramento della viabilità, un maggior numero di parcheggi e rotonde al posto dei semafori. E siccome sognare non costa nulla perché non pensare alla realizzazione dell'asilo nido al posto del rudere di corso Don Luigi Sturzo a beneficio di tutte le giovani coppie di lavoratori che abitano il quartiere? E mettiamoci anche un piccolo ufficio postale, una scuola secondaria di primo grado, una filiale di banca e una lista di servizi da stilare in modo partecipato con i residenti.
Il vento, però, è fresco e ti soffia forte sulla faccia quasi a volerti svegliare. E ti guardi in giro e vedi la realtà fatta di rifiuti conferiti fuori orario e da ogni dove, il verde non curato, le deiezioni canine non raccolte e le saracinesche abbassate dei negozi che, uno dopo l'altro, sono andati via e che sono tristi come gli alberghi sul mare in inverno. Eppure un modo per svoltare davvero ci sarebbe e hanno un nome preciso: contributi per oneri di urbanizzazione. Si parla di cifre importanti, a cinque zeri che moltiplicati per in cantieri in corso arrivano anche a sei zeri. Si tratta dei corrispettivi di diritto pubblico, a carico delle diverse imprese edilizie, da versare all'Amministrazione comunale a titolo di partecipazione ai costi di urbanizzazione. Con tali disponibilità di cassa e con un'efficace gestione di questo tesoretto pubblico il quartiere potrebbe fare un importante salto di qualità.
Ci vogliono coraggio e lungimiranza, capacità di negoziazione, fermezza nel privilegiare cambiamenti più lenti ma incisivi in quanto strutturali e non accontentarsi delle briciole di consensi che durano quanto i tormentoni estivi. Il rischio è dietro l'angolo. A volte gli oneri di urbanizzazione vengono dirottati verso altri capitoli di spese. Molto spesso è in uso la consuetudine di concedere alle imprese di scomputare gli oneri di urbanizzazione, o parte di essi, in cambio di lavori di urbanizzazione realizzati dalle stesse imprese e non dal Comune. I cittadini conoscono fin troppo bene il finale di questo film e, per essere gentili, diciamo che sarebbe legittimo non aspettarsi un "lieto fine". troppe volte abbiamo assistito a lavori di interesse pubblico fatti al risparmio o non realizzati perché ogni concessionario ha tutto l'interesse a realizzarli in economia per avere guadagni sotto forma di risparmio sui costi.
Ci auguriamo che questo modo di fare non si ripeta a Pozzopiano e in tutta la città, sia per le costruzioni in corso che per quelle future. Sarebbe una bella inversione di tendenza il prendersi la responsabilità di gestire questi ingenti introiti e attraverso appalti pubblici (migliorativi e non al ribasso!), destinanrli esclusivamente alle migliorie, alle istanze ed alle esigenze primarie e secondarie del quartiere e dei suoi residenti. Se poi le cose andassero così, non ci resterebbe che ricordare all'Amministrazione comunale che quegli oneri sono soldi pubblici che appartengono a tutti i cittadini. Non potremmo far altro che sperare che le opere di urbanizzazione (parchi, piazze, marciapiedi, strade a doppia corsia, etc) siano realizzate su indicazioni precise e con le modalità e le garanzie stabilite dal Comune nell'interesse dei residenti e della collettività.
Ecco, che sia fatto l'interesse dei più e non dei pochi, una scelta che paga sempre alla distanza e non sul breve periodo. Non ci resterebbe che chiedere ai nostri rappresentanti una valutazione attenta, controlli rigidi e una grande determinazione nel negoziare con i concessionari opere, servizi e soluzioni vantaggiose a beneficio dei cittadini. Nella speranza che non ci resti che piangere, abbandonando i sogni e le speranze fino al prossimo PUE, attendiamo fiduciosi gli sviluppi di questa fase cruciale per il nostro quartiere e per tutta la città."....
Il Consiglio Direttivo Comitato Pozzopiano,
Rosanna Nenna, Fiore Resta, Enzo Covelli, Di Savino Nicoletta, Sabina Fortunato, Verrigni Carmine, Berto Nenna, Savino Soldano, Ramundo Raffaele