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«Perchè nel Decreto Ristoro, noi attività commerciali di generi vari non rientriamo in nessun modo?»

Il tranese Daniele Santoro scrive al presidente Giuseppe Conte

In data 14 novembre il tranese Daniele Santoro, commerciante e segretario cittadino del movimento Trani Sociale, ha scritto una lettera indirizzata al presidente Giuseppe Conte a nome di tutti i commercianti d'Italia. La riportiamo integralmente qui di seguito:

Caro Presidente Giuseppe Conte,

le scrivo questa lettera a nome di tutti i commercianti d'Italia. Mi chiamo Daniele Santoro, ho 31 anni e sono un giovane commerciante Tranese. Sono papà di Luigi, bimbo di 6 anni, e compagno di Gilda, una dolcissima mamma. Ho una bellissima attività commerciale di articoli sportivi e calzaturieri nel cuore della Città di Trani. Da pochi giorni la mia attività ha compiuto 6 anni e sono orgogliosissimo. Questa è la mia seconda attività commerciale, dopo averne avuta un'altra in giovanissima età (20 anni), nella città di Bari, mia città nativa.

Questo è il mio lavoro, la mia passione, oltre a quella Politica che mi vede essere Segretario di un partito cittadino, ma tralasciamo questo. Come le dicevo, il mio vero ed unico lavoro è avere a che fare col pubblico, con i miei carissimi clienti. Da Marzo però, la condizione di emergenza sta trasformando il contesto in cui vivo e lavoro, che sta diventando man mano sempre più deprimente ed angosciante.

Oggi se le scrivo è perchè vorrei farle notare quanto sia cambiato il nostro modo di vivere, quanto sia diventata dura la vita di una partita Iva: non sappiamo più se effettuare un ordine o meno, sapendo che, da un giorno all'altro, lei potrebbe portarci a chiudere definitivamente le nostre attività, facendoci accollare migliaia di euro di debiti. Ma non è tutto, caro Presidente: quello che le chiedo è spiegarmi perchè nel Decreto Ristoro, noi attività commerciali di generi vari non rientriamo in nessun modo? E per le aziende di produzione nel settore Moda? Nessuno ha pensato loro? Trani è conosciutissima per le grandi aziende di produzione Calzaturiera, oggi in alto mare, in quanto da Marzo anche queste ultime hanno bloccato al 100% la produzione ed inoltre non hanno ricevuto ordini futuri per la stagione estiva 2021. Che ne sarà di NOI? Bene, io vorrei semplicemente elencarle alcune scelte che andrebbero urgentemente prese in considerazione:

contributi a fondo perduto per il dettaglio e per l'ingrosso della moda (che ha subito un gravissimo calo del lavoro per la chiusura delle attività in zone nevralgiche del Paese), in proporzione alle perdite di fatturato di novembre, a prescindere dal colore delle zone in cui insiste l'attività;

ammettere agli indennizzi (oggi estesi alle attività di cui all'Allegato 2 ma della sola zona rossa) del D.L. "RISTORI BIS" le ATTIVITÀ COMMERCIALI AL DETTAGLIO, che sono state escluse dal DPCM del 3 novembre, includendo nell'Allegato 2 del Decreto Legge n. 149 del 9 novembre 2020, i CODICI ATECO ESCLUSI (CALZATURE - CAMICIE e MAGLIERIA) nonchè quelli generici.

sospensione scadenza cambiali e altri titoli di credito nonché per ogni altro atto avente efficacia esecutiva fino al 30 marzo 2021(prorogando gli effetti dell'art. 76 del decreto agosto);

credito d'imposta per gli affitti pari al 60% dell'affitto relativi ai mesi di ottobre, novembre e dicembre, estesi a tutte le attività del settore moda nelle diverse zone a prescindere dal colore (oggi esteso alle attività di cui all'allegato 2, ma della sola zona rossa);

sospensione dei mutui e dei leasing bancari; prosecuzione della cassa integrazione fino a tutto il 2021;

cancellazione della seconda rata dell'imu, a condizione che i relativi proprietari siano anche gestori delle attività in tutte le zone (oggi estesa alle attività di cui all'allegato 2, ma della sola zona rossa); sospensione dei contributi previdenziali e assistenziali in tutte le zone (oggi estesa alle attività di cui all'Allegato 2, ma della sola zona rossa).

Fiducioso, resto in attesa di un suo cortese riscontro.

Cordiali Saluti

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