
Politica
Rosa Uva allerta: "Il nuovo regolamento del Comune di Trani esclude molti bambini con disabilità dal sostegno scolastico"
Le famiglie di bambini con disabilità a Trani stanno vivendo momenti di grande apprensione e denunciano le restrizioni del regolamento comunale
Trani - giovedì 12 giugno 2025
8.48
Dopo il comunicato stampa dello scorso 7 giugno , Rosa Uva, Responsabile Provinciale BAT di Azzurro Donna Forza Italia, ha rilasciato un' ampia intervista per denunciare le restrizioni del regolamento comunale, che lega l'accesso all'assistenza specialistica scolastica unicamente al possesso della certificazione L.104/92 art. 3 comma 3, penalizzando numerosi alunni e sollevando dubbi sulla gestione delle risorse. Per questo motivo le famiglie di bambini con disabilità a Trani stanno vivendo momenti di grande apprensione per un nuovo Regolamento di accesso al servizio di Assistenza specialistica per l'autonomia e la comunicazione degli alunni con disabilità, approvato dal Consiglio Comunale di Trani lo16 aprile scorso che rischia di precludere a molti bambini l'accesso ad un servizio essenziale che per anni hanno regolarmente utilizzato.
La stretta sui requisiti d'ammissione, in particolare l'Art. 8 del Regolamento, stabilisce che dal prossimo anno scolastico 2025/2026, solo gli alunni in possesso della certificazione L.104/92 - art. 3 comma 3 potranno usufruire del servizio, un criterio questo che esclude di fatto molti bambini e ragazzi con disabilità di grado medio e lieve che, pur non rientrando in tale classificazione, necessitano comunque di un supporto specialistico. "Le Amministrazioni comunali e la tecnostruttura dell'Ambito territoriale hanno citato "criticità relative alla tenuta finanziaria del servizio" come motivazione dietro questa decisione - ha dichiarato Rosa Uva - mi chiedo come sia possibile che, a fronte di tali difficoltà, non sia stata effettuata una variazione di bilancio per incrementare le risorse e garantire il servizio a un maggior numero di bambini con disabilità, specialmente quelli con media e grave gravità, evitando di escludere soggetti deboli per una mera mancanza documentale".
Per garantire l'inclusione, Rosa Uva sottolinea l'importanza di ripristinare il "Verbale di individuazione ASL" come requisito di ammissione, un documento che attribuisce in modo più inclusivo il sostegno nelle scuole. "Il sostegno ai più deboli non può essere ostaggio di una 'tenuta finanziaria - afferma la Responsabile di Azzurro Italia - con forza - per cui si rende necessario stabilire nell'Art. 9 del Regolamento un numero di ore predefinito per gli alunni con media e grave gravità, coerente con il verbale ASL. Una buona amministrazione, conclude, deve agire con "atti concreti e determinanti" se intende davvero essere inclusiva e sostenere famiglie e bambini. Voglio rassicurare le famiglie - ha concluso Rosa Uva - che la questione non si limita qui al comune di Trani, noi come Forza Italia. abbiamo sollevato la questione al Garante Regionale alle Disabilità Antonio Giampietro che ha preso in carico la situazione e chiederà spiegazioni in merito al Comune di Trani. Noi non molliamo".
Il tema coinvolge ed i tempi stringono, al prossimo 30 giugno è fissata la scadenza di presentazione delle domande il cui onere di presentazione, da quest'anno, spetta direttamente alle famiglie che, come ha dichiarato Rosa Uva , hanno incontrato le prime difficoltà burocratiche: "Alcune si sono viste non protocollate le domande dal Comune per la mancanza del certificato (L.104/92 art. 3 comma 3)".
Fin qui la parte che riguarda la posizione e l'intervista a Rosa Uva. Da parte nostra invece - lo scriviamo da giornalisti per una più oggettiva lettura della situazione - non abbiamo dubbi che questa Amministrazione abbia a cuore la disabilità e l'inclusione, lo dimostrano i molti progetti, a favore dei fragili, pensati, realizzati e finanche mutuati (copiati) da altre realtà amministrative, tuttavia la situazione che si è creata rischia di oscurare quanto già fatto e questo non va bene. C'è bisogno di fare luce, c'è necessità - a nostro parere - che l'Amministrazione, quella politica, dia delle risposte e chiarisca alle famiglie dei bambini che fino a ieri beneficiavano del servizio il motivo per cui si è reso necessario apportare la variazione nel nuovo regolamento credendo - è la nostra opinione - che non basti come giustificazione il fatto che "così fan tutti, così hanno fato altre amministrazioni" cioè che la stessa condizione di accesso al servizio sia regolata da un pezzo di carta che vada a certificare "la gravità" di una situazione, come se questo fosse un punto di partenza di un servizio, quello dell'assistenza specialistica scolastica, spesso sottovalutata, che invece rappresenta un pilastro fondamentale per garantire un'istruzione inclusiva e di qualità a tutti gli studenti. Non si tratta semplicemente di un supporto aggiuntivo, ma di un servizio essenziale che apporta un valore inestimabile sia agli alunni con bisogni educativi speciali (BES) o disabilità, sia all'intero contesto scolastico.
Se da una parte l'assistenza specialistica risulta cruciale per i bambini con fragilità perchè permette loro di partecipare attivamente alla vita scolastica, superando barriere fisiche, cognitive o relazionali che altrimenti li escluderebbero, favorendo lo sviluppo di un senso di appartenenza e riduce il rischio di isolamento, dall'altra c'è da considerare anche l' utilità della stessa per la Scuola e la comunità, perchè gli specialisti collaborano strettamente con i docenti, fornendo competenze specifiche e strategie didattiche personalizzate, alleggerendo di fatto il carico di lavoro degli insegnanti impegnati in classi eterogenee. L'assistenza specialistica scolastica non è un costo - lo scriviamo con forza convinti che anche questa Amministrazione ne sia consapevole, ma lo dimostri - ma un investimento prezioso nel futuro dei nostri ragazzi e della nostra comunità. Riconoscerne il valore e garantirne la piena operatività è un imperativo etico e pedagogico per un sistema educativo che ambisce a essere veramente inclusivo ed efficace. Ci auguriamo per questo che una soluzione di "buon senso" la si possa trovare.
La stretta sui requisiti d'ammissione, in particolare l'Art. 8 del Regolamento, stabilisce che dal prossimo anno scolastico 2025/2026, solo gli alunni in possesso della certificazione L.104/92 - art. 3 comma 3 potranno usufruire del servizio, un criterio questo che esclude di fatto molti bambini e ragazzi con disabilità di grado medio e lieve che, pur non rientrando in tale classificazione, necessitano comunque di un supporto specialistico. "Le Amministrazioni comunali e la tecnostruttura dell'Ambito territoriale hanno citato "criticità relative alla tenuta finanziaria del servizio" come motivazione dietro questa decisione - ha dichiarato Rosa Uva - mi chiedo come sia possibile che, a fronte di tali difficoltà, non sia stata effettuata una variazione di bilancio per incrementare le risorse e garantire il servizio a un maggior numero di bambini con disabilità, specialmente quelli con media e grave gravità, evitando di escludere soggetti deboli per una mera mancanza documentale".
Per garantire l'inclusione, Rosa Uva sottolinea l'importanza di ripristinare il "Verbale di individuazione ASL" come requisito di ammissione, un documento che attribuisce in modo più inclusivo il sostegno nelle scuole. "Il sostegno ai più deboli non può essere ostaggio di una 'tenuta finanziaria - afferma la Responsabile di Azzurro Italia - con forza - per cui si rende necessario stabilire nell'Art. 9 del Regolamento un numero di ore predefinito per gli alunni con media e grave gravità, coerente con il verbale ASL. Una buona amministrazione, conclude, deve agire con "atti concreti e determinanti" se intende davvero essere inclusiva e sostenere famiglie e bambini. Voglio rassicurare le famiglie - ha concluso Rosa Uva - che la questione non si limita qui al comune di Trani, noi come Forza Italia. abbiamo sollevato la questione al Garante Regionale alle Disabilità Antonio Giampietro che ha preso in carico la situazione e chiederà spiegazioni in merito al Comune di Trani. Noi non molliamo".
Il tema coinvolge ed i tempi stringono, al prossimo 30 giugno è fissata la scadenza di presentazione delle domande il cui onere di presentazione, da quest'anno, spetta direttamente alle famiglie che, come ha dichiarato Rosa Uva , hanno incontrato le prime difficoltà burocratiche: "Alcune si sono viste non protocollate le domande dal Comune per la mancanza del certificato (L.104/92 art. 3 comma 3)".
Fin qui la parte che riguarda la posizione e l'intervista a Rosa Uva. Da parte nostra invece - lo scriviamo da giornalisti per una più oggettiva lettura della situazione - non abbiamo dubbi che questa Amministrazione abbia a cuore la disabilità e l'inclusione, lo dimostrano i molti progetti, a favore dei fragili, pensati, realizzati e finanche mutuati (copiati) da altre realtà amministrative, tuttavia la situazione che si è creata rischia di oscurare quanto già fatto e questo non va bene. C'è bisogno di fare luce, c'è necessità - a nostro parere - che l'Amministrazione, quella politica, dia delle risposte e chiarisca alle famiglie dei bambini che fino a ieri beneficiavano del servizio il motivo per cui si è reso necessario apportare la variazione nel nuovo regolamento credendo - è la nostra opinione - che non basti come giustificazione il fatto che "così fan tutti, così hanno fato altre amministrazioni" cioè che la stessa condizione di accesso al servizio sia regolata da un pezzo di carta che vada a certificare "la gravità" di una situazione, come se questo fosse un punto di partenza di un servizio, quello dell'assistenza specialistica scolastica, spesso sottovalutata, che invece rappresenta un pilastro fondamentale per garantire un'istruzione inclusiva e di qualità a tutti gli studenti. Non si tratta semplicemente di un supporto aggiuntivo, ma di un servizio essenziale che apporta un valore inestimabile sia agli alunni con bisogni educativi speciali (BES) o disabilità, sia all'intero contesto scolastico.
Se da una parte l'assistenza specialistica risulta cruciale per i bambini con fragilità perchè permette loro di partecipare attivamente alla vita scolastica, superando barriere fisiche, cognitive o relazionali che altrimenti li escluderebbero, favorendo lo sviluppo di un senso di appartenenza e riduce il rischio di isolamento, dall'altra c'è da considerare anche l' utilità della stessa per la Scuola e la comunità, perchè gli specialisti collaborano strettamente con i docenti, fornendo competenze specifiche e strategie didattiche personalizzate, alleggerendo di fatto il carico di lavoro degli insegnanti impegnati in classi eterogenee. L'assistenza specialistica scolastica non è un costo - lo scriviamo con forza convinti che anche questa Amministrazione ne sia consapevole, ma lo dimostri - ma un investimento prezioso nel futuro dei nostri ragazzi e della nostra comunità. Riconoscerne il valore e garantirne la piena operatività è un imperativo etico e pedagogico per un sistema educativo che ambisce a essere veramente inclusivo ed efficace. Ci auguriamo per questo che una soluzione di "buon senso" la si possa trovare.