
Calcio
Dimissioni Altieri, le sue motivazioni in una lettera
«Lasciato solo. Ora le maniche rimboccatevele un po' anche voi»
Trani - domenica 18 febbraio 2018
8.07
Carissimi,
è passato più di un anno dal mio insediamento, invitato non senza mie perplessità, a ritornare ad occuparmi del Trani calcio, dal primo cittadino Avv. Amedeo Bottaro. Ho da subito dichiarato che il mio sarebbe stato un incarico a tempo determinato. Nonostante i miei impegni lavorativi, che settimanalmente mi portano in trasferte a Milano e su tutto il territorio nazionale, mi sono dedicato alla causa, con la passione e la determinazione che credo si riconosca al sottoscritto.
Qualche dato-risultato:
Ho in primis dovuto investire economicamente per regolarizzare l'iscrizione e garantire la start up del progetto. Lo scorso campionato si è chiuso come tutti sappiamo, grazie ai 30 punti ottenuti abbiamo avuto la possibilità di esserci salvati attraverso la riammissione all'eccellenza. Il lavoro è stato durissimo e la società ha dovuto gestire sia la parte debitoria pregressa, che la stagione sportiva, in totale autonomia, l'unico apporto tranese è esclusivamente ascrivibile al sottoscritto.
Nel corso della seconda metà del campionato, abbiamo redatto e protocollato in Comune progetti per la ristrutturazione dello stadio comunale, con in primis l'installazione dell'impianto luci. Come tutti sanno, si chiedeva la possibilità di ricevere l'impianto in gestione e/o concessione per un numero di anni tali da giustificare l'investimento privato su un bene pubblico.
Siamo nel frattempo arrivati alla stagione sportiva in corso, nuovamente ho dovuto sobbarcarmi l'onere di finanziare l'avvio di stagione per convincere i soci a continuare nel progetto, di fatto caricandomi stipendi ed iscrizione. Di cifre meglio non parlarne. Fatto questo, ho operato quotidianamente per fare di necessità virtù, come per serietà e un briciolo di competenza, un amministratore deve fare. Ho agito con l'educazione e l'umiltà che mi appartengono, creando unità di intenti, producendo risultati.
Quei risultati che partono da una squadra ultima con un punto, a una che vince la Coppa Italia e nei primi posti in campionato, con uno stadio tornato pieno di tifosi desiderosi di rivendicare il diritto di poter tifare la propria squadra, il Trani. Il pubblico ha risposto presente, con numeri che anche in certe piazze di lega pro, si sognano. Credo che nemmeno il miglior ottimista avrebbe osato immaginare tanto. Purtroppo non è bastato. L'auspicato sviluppo del progetto non si è concretizzato e le decine di incontri sull'asse società - Comune di Trani - imprenditoria, di fatto hanno prodotto zero.
Posso decidere di perdere dei capitali frutto di lavoro e sacrifici, ma la stima della tifoseria e delle persone che mi vogliono bene, no. Ero certo che la meravigliosa serata di Monopoli, con quasi 2000 tranesi al seguito, avesse risvegliato l'entusiasmo e qualche imprenditore della città si avvicinasse anche dopo le mie dichiarazioni del dopo gara. Non è successo e questo silenzio mi ha fatto riflettere sul fatto che non posso continuare da solo. Davvero pensiamo che il Trani calcio possa essere gestito da imprenditori di fuori e che nessun tranese se ne occupi ad eccezione del sottoscritto?
La squadra attende dal 10 febbraio u.s. i rimborsi, in una società ambiziosa, si aggiunge un premio e magari con qualche giorno di anticipo. Preciso che tutti i tesserati hanno percepito sin qui tutto il dovuto. Sin dall'inizio ho garantito alla tifoseria, che mi sento di rappresentare, di farmi da parte nel momento in cui gli scenari non fossero stati chiari, questo momento è giunto e non posso ulteriormente garantire il proseguo. Io conosco il lavoro, la serietà e i risultati che ne conseguono.
Le sorti della Trani calcistica non possono e non devono essere solo di mia competenza. Lascio, avendo la coscienza pulita di chi ha agito per gettare le basi per un rilancio importante dell'indotto calcistico cittadino, ma non amo perdere tempo, lottando contro i mulini a vento. Mi sembra coerente fare un passo indietro, nel momento migliore sportivamente parlando, lasciando aperte concrete possibilità di rilancio del progetto.
Non posso far altro che mantenere la promessa, lasciando in dote una base importantissima che ho contribuito a far crescere, che sia chiaro, si può e si DEVE proseguire. Penso che si debba finire di accettare passivamente quello che in altre realtà si realizza con serenità, e a Trani sembra utopia. E' arrivato il momento, che altri si attivino immediatamente, specie chi poteva, ma non ha fatto, convocando un immediato tavolo tra le parti. La favola del tifoso su cui scaricare il problema calcio Trani è finita, ora le maniche rimboccatevele un po' anche voi.
Alberto Altieri
è passato più di un anno dal mio insediamento, invitato non senza mie perplessità, a ritornare ad occuparmi del Trani calcio, dal primo cittadino Avv. Amedeo Bottaro. Ho da subito dichiarato che il mio sarebbe stato un incarico a tempo determinato. Nonostante i miei impegni lavorativi, che settimanalmente mi portano in trasferte a Milano e su tutto il territorio nazionale, mi sono dedicato alla causa, con la passione e la determinazione che credo si riconosca al sottoscritto.
Qualche dato-risultato:
Ho in primis dovuto investire economicamente per regolarizzare l'iscrizione e garantire la start up del progetto. Lo scorso campionato si è chiuso come tutti sappiamo, grazie ai 30 punti ottenuti abbiamo avuto la possibilità di esserci salvati attraverso la riammissione all'eccellenza. Il lavoro è stato durissimo e la società ha dovuto gestire sia la parte debitoria pregressa, che la stagione sportiva, in totale autonomia, l'unico apporto tranese è esclusivamente ascrivibile al sottoscritto.
Nel corso della seconda metà del campionato, abbiamo redatto e protocollato in Comune progetti per la ristrutturazione dello stadio comunale, con in primis l'installazione dell'impianto luci. Come tutti sanno, si chiedeva la possibilità di ricevere l'impianto in gestione e/o concessione per un numero di anni tali da giustificare l'investimento privato su un bene pubblico.
Siamo nel frattempo arrivati alla stagione sportiva in corso, nuovamente ho dovuto sobbarcarmi l'onere di finanziare l'avvio di stagione per convincere i soci a continuare nel progetto, di fatto caricandomi stipendi ed iscrizione. Di cifre meglio non parlarne. Fatto questo, ho operato quotidianamente per fare di necessità virtù, come per serietà e un briciolo di competenza, un amministratore deve fare. Ho agito con l'educazione e l'umiltà che mi appartengono, creando unità di intenti, producendo risultati.
Quei risultati che partono da una squadra ultima con un punto, a una che vince la Coppa Italia e nei primi posti in campionato, con uno stadio tornato pieno di tifosi desiderosi di rivendicare il diritto di poter tifare la propria squadra, il Trani. Il pubblico ha risposto presente, con numeri che anche in certe piazze di lega pro, si sognano. Credo che nemmeno il miglior ottimista avrebbe osato immaginare tanto. Purtroppo non è bastato. L'auspicato sviluppo del progetto non si è concretizzato e le decine di incontri sull'asse società - Comune di Trani - imprenditoria, di fatto hanno prodotto zero.
Posso decidere di perdere dei capitali frutto di lavoro e sacrifici, ma la stima della tifoseria e delle persone che mi vogliono bene, no. Ero certo che la meravigliosa serata di Monopoli, con quasi 2000 tranesi al seguito, avesse risvegliato l'entusiasmo e qualche imprenditore della città si avvicinasse anche dopo le mie dichiarazioni del dopo gara. Non è successo e questo silenzio mi ha fatto riflettere sul fatto che non posso continuare da solo. Davvero pensiamo che il Trani calcio possa essere gestito da imprenditori di fuori e che nessun tranese se ne occupi ad eccezione del sottoscritto?
La squadra attende dal 10 febbraio u.s. i rimborsi, in una società ambiziosa, si aggiunge un premio e magari con qualche giorno di anticipo. Preciso che tutti i tesserati hanno percepito sin qui tutto il dovuto. Sin dall'inizio ho garantito alla tifoseria, che mi sento di rappresentare, di farmi da parte nel momento in cui gli scenari non fossero stati chiari, questo momento è giunto e non posso ulteriormente garantire il proseguo. Io conosco il lavoro, la serietà e i risultati che ne conseguono.
Le sorti della Trani calcistica non possono e non devono essere solo di mia competenza. Lascio, avendo la coscienza pulita di chi ha agito per gettare le basi per un rilancio importante dell'indotto calcistico cittadino, ma non amo perdere tempo, lottando contro i mulini a vento. Mi sembra coerente fare un passo indietro, nel momento migliore sportivamente parlando, lasciando aperte concrete possibilità di rilancio del progetto.
Non posso far altro che mantenere la promessa, lasciando in dote una base importantissima che ho contribuito a far crescere, che sia chiaro, si può e si DEVE proseguire. Penso che si debba finire di accettare passivamente quello che in altre realtà si realizza con serenità, e a Trani sembra utopia. E' arrivato il momento, che altri si attivino immediatamente, specie chi poteva, ma non ha fatto, convocando un immediato tavolo tra le parti. La favola del tifoso su cui scaricare il problema calcio Trani è finita, ora le maniche rimboccatevele un po' anche voi.
Alberto Altieri
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