Politica
«Altro che John, la chiesa si preoccupi della barriere architettoniche dei luoghi di culto»
di Gennaro Palmieri
Trani - martedì 24 agosto 2010
«Ho letto in questi giorni del gran polverone sollevato sul concerto che Elton John terrà a Trani il 22 settembre sul piazzale del Monastero di Colonna. In qualità di presidente dell'associazione Uildm (Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare) Onlus sezione di Trani, che si occupa, oltre che della ricerca scientifica su tutte le malattie genetiche, anche del problema dell'abbattimento delle barriere architettoniche e culturali e non da meno dell'integrazione sociale delle persone diverse. Dinnanzi a delle dichiarazioni così lesive nei confronti di una persona diversa, anche se non diversamente abile, non posso tacere. Resto veramente stupito nel constatare che per alcuni rappresentanti della chiesa, non sia giusto far esibire nei pressi di un luogo di culto un cantante gay. Per il benemerito Monsignor Giacomo Babini di Grosseto, l'esibizione di Elton John arrecherebbe quanto grande offesa alla chiesa. Babini, invece di benedire e comprendere le persone diverse, le maledice.
A seguito di quanto letto mi chiedo: perché Monsignor Babini non si è preoccupato di inoltrare degli inviti a tutti i reverendissimi Monsignori delle varie diocesi, esortandoli ad intraprendere le pratiche burocratiche per l'abbattimento delle barriere architettoniche in tutti i luoghi di culto per far si che le persone disabili motorie possano accedere da sole in questi siti senza dover mortificarsi ed umiliarsi, senza dover essere presi di peso e trasportati da volontari, come sacchi di patate?
Di questo non ci si preoccupa perché non fa notizia. Chi siamo, noi poveri disgraziati, per poter essere oggetto di tanta attenzione? Queste non sono offese alla chiesa? Si spara a zero su Elton John con dei giudizi gratuiti e pretestuosi, senza considerare l'amore, il perdono, la coerenza, la misericordia, la condivisione e l'uguaglianza, aggettivi su cui riflettere. Non voglio entrare nel merito di questo suo modo di giudicare però, a questo punto, mi vengono spontanee alcune domande: secondo alcuni della chiesa è un'offesa che una rockstar gay possa esibirisi davanti alla famosa ed invidiata Cattedrale solo perché è diverso nella sua natura umana? Quale diritto hanno costoro di ergersi a giudici dinanzi ad una situazione come questa, emarginando esseri umani che sono colpevoli solo di essere dei diversi?
Bene ha fatto Sua Eccellenza Monsignor Pichierri, vescovo della nostra diocesi, a dichiarare che la concessione del suolo pubblico è affare delle istituzioni pubbliche. Un conto sono i comportamenti individuali, un altro le manifestazioni canore. Né, d'altra parte, l'opinione espressa sul sito Internet pontifex rappresenta quella della Santa Sede o della chiesa.
Detto questo, voglio intraprendere la battaglia per la libera accessibilità in tutte le chiese di Trani delle persone diversamente abili, fermo restante la salvaguardia architettonica e le autorizzazioni della Soprintendenza alle belle arti partendo proprio dalla nostra bella Cattedrale completamente interdetta ai disabili. Quale reato abbiamo commesso per non poter ammirare l'interno di questa maestosa opera? Sagrati sprovvisti di rampe d'accesso per i disabili, montascale inesistenti e neppure un bagno attrezzato per i disabili: recarsi in alcune chiese, per i portatori di handicap di Trani, è tutt'altro che facile. I progetti di adeguamento, in diversi casi, ci sono già, ma per realizzarli la Curia ha bisogno di soldi e autorizzazioni. Domenica dopo domenica, partecipare alla messa e agli altri riti religiosi, per i fedeli in carrozzella, resta un'impresa.
Non è più tollerabile che luoghi come le chiese, tradizionalmente dedicati all'accoglienza verso tutti, in particolare verso chi è più in difficoltà, non siano accessibili alle persone con disabilità. Siamo arcistufi di ritrovarci la strada sbarrata da scalini e porte troppo strette anche quando la meta è la casa del Signore, non potendo partecipare alle funzioni religiose. Prendiamo in considerazione il restyling eseguito alla chiesa di Santa Chiara: a tutto si è pensato, in fase d'opera, fuorchè ad abbattere le barriere architettoniche esistenti per dare a noi disabili ed anche a persone anziane, la possibilità di poter entrare tranquillamente nella Casa del Signore per raccoglierci in preghiera. Eppure la possibilità di risolvere l'inconveniente esisteva. Chi si è interessato? La Curia? Manco a pensarlo. Il direttore dei lavori? Idem con patate. Il parroco? Assente anch'egli. Poi però son tutti bravi a commentare il concerto di Elton John, il diverso.
I sacerdoti, nelle loro prediche, non fanno altro che evidenziare la scarsa affluenza dei fedeli, ma l'esortazione è rivolta ai fedeli di serie A (persone normodotate) e non a quelli di serie B (diversamenti abili). E' pur vero, e me ne duole, notare l'indifferenza totale da parte di noi stessi diversamente abili che non siamo uniti per affrontare questi problemi. Se siamo i primi a dimostrare indifferenza, come possiamo pretendere che possano pensare gli altri a risolvere le nostre problematiche? A loro basta attenersi alla legge, in fase d'opera, per non incorrere in spiacevoli provvedimenti. Eppure per risolvere questo problema, in alcune chiese, ci vuole solo un po' di buona volontà in quanto basta posizionare una semplice pedana, amovibile, ed il gioco è fatto.
E' proprio la mancanza di cultura e sensibilità la prima barriera da abbattere. Colgo l'occasione per intraprendere da oggi il cammino di questo grande progetto sperando che Sua Eccellenza Monsignor Pichierri possa leggere questo mio scritto e possa schierarsi dalla nostra parte per abbattere le barriere».
Gennaro Palmieri
Uildm Trani
A seguito di quanto letto mi chiedo: perché Monsignor Babini non si è preoccupato di inoltrare degli inviti a tutti i reverendissimi Monsignori delle varie diocesi, esortandoli ad intraprendere le pratiche burocratiche per l'abbattimento delle barriere architettoniche in tutti i luoghi di culto per far si che le persone disabili motorie possano accedere da sole in questi siti senza dover mortificarsi ed umiliarsi, senza dover essere presi di peso e trasportati da volontari, come sacchi di patate?
Di questo non ci si preoccupa perché non fa notizia. Chi siamo, noi poveri disgraziati, per poter essere oggetto di tanta attenzione? Queste non sono offese alla chiesa? Si spara a zero su Elton John con dei giudizi gratuiti e pretestuosi, senza considerare l'amore, il perdono, la coerenza, la misericordia, la condivisione e l'uguaglianza, aggettivi su cui riflettere. Non voglio entrare nel merito di questo suo modo di giudicare però, a questo punto, mi vengono spontanee alcune domande: secondo alcuni della chiesa è un'offesa che una rockstar gay possa esibirisi davanti alla famosa ed invidiata Cattedrale solo perché è diverso nella sua natura umana? Quale diritto hanno costoro di ergersi a giudici dinanzi ad una situazione come questa, emarginando esseri umani che sono colpevoli solo di essere dei diversi?
Bene ha fatto Sua Eccellenza Monsignor Pichierri, vescovo della nostra diocesi, a dichiarare che la concessione del suolo pubblico è affare delle istituzioni pubbliche. Un conto sono i comportamenti individuali, un altro le manifestazioni canore. Né, d'altra parte, l'opinione espressa sul sito Internet pontifex rappresenta quella della Santa Sede o della chiesa.
Detto questo, voglio intraprendere la battaglia per la libera accessibilità in tutte le chiese di Trani delle persone diversamente abili, fermo restante la salvaguardia architettonica e le autorizzazioni della Soprintendenza alle belle arti partendo proprio dalla nostra bella Cattedrale completamente interdetta ai disabili. Quale reato abbiamo commesso per non poter ammirare l'interno di questa maestosa opera? Sagrati sprovvisti di rampe d'accesso per i disabili, montascale inesistenti e neppure un bagno attrezzato per i disabili: recarsi in alcune chiese, per i portatori di handicap di Trani, è tutt'altro che facile. I progetti di adeguamento, in diversi casi, ci sono già, ma per realizzarli la Curia ha bisogno di soldi e autorizzazioni. Domenica dopo domenica, partecipare alla messa e agli altri riti religiosi, per i fedeli in carrozzella, resta un'impresa.
Non è più tollerabile che luoghi come le chiese, tradizionalmente dedicati all'accoglienza verso tutti, in particolare verso chi è più in difficoltà, non siano accessibili alle persone con disabilità. Siamo arcistufi di ritrovarci la strada sbarrata da scalini e porte troppo strette anche quando la meta è la casa del Signore, non potendo partecipare alle funzioni religiose. Prendiamo in considerazione il restyling eseguito alla chiesa di Santa Chiara: a tutto si è pensato, in fase d'opera, fuorchè ad abbattere le barriere architettoniche esistenti per dare a noi disabili ed anche a persone anziane, la possibilità di poter entrare tranquillamente nella Casa del Signore per raccoglierci in preghiera. Eppure la possibilità di risolvere l'inconveniente esisteva. Chi si è interessato? La Curia? Manco a pensarlo. Il direttore dei lavori? Idem con patate. Il parroco? Assente anch'egli. Poi però son tutti bravi a commentare il concerto di Elton John, il diverso.
I sacerdoti, nelle loro prediche, non fanno altro che evidenziare la scarsa affluenza dei fedeli, ma l'esortazione è rivolta ai fedeli di serie A (persone normodotate) e non a quelli di serie B (diversamenti abili). E' pur vero, e me ne duole, notare l'indifferenza totale da parte di noi stessi diversamente abili che non siamo uniti per affrontare questi problemi. Se siamo i primi a dimostrare indifferenza, come possiamo pretendere che possano pensare gli altri a risolvere le nostre problematiche? A loro basta attenersi alla legge, in fase d'opera, per non incorrere in spiacevoli provvedimenti. Eppure per risolvere questo problema, in alcune chiese, ci vuole solo un po' di buona volontà in quanto basta posizionare una semplice pedana, amovibile, ed il gioco è fatto.
E' proprio la mancanza di cultura e sensibilità la prima barriera da abbattere. Colgo l'occasione per intraprendere da oggi il cammino di questo grande progetto sperando che Sua Eccellenza Monsignor Pichierri possa leggere questo mio scritto e possa schierarsi dalla nostra parte per abbattere le barriere».
Gennaro Palmieri
Uildm Trani
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