
Attualità
Come la robotica e l’intelligenza artificiale hanno cambiato il modo di curare la vista
Il convegno organizzato dal Rotary Club di Trani, e tenutosi all’auditorium San Luigi, ha avuto come ospite il professor Leonardo Mastrapasqua.
Trani - martedì 4 marzo 2025
11.15
L'intelligenza artificiale si è fatta strada negli ultimi anni nel mondo delle professioni, aiutando nelle maniere più disparate i singoli professionisti. Questa tecnologia ha consentito di rendere più preciso il lavoro di ingegneri, medici e architetti, nonché di facilitare l'acquisizione e l'elaborazione dei big data nei settori in cui serve.
Nel campo dell'oculistica l'intelligenza artificiale, combinata alla robotica, ha permesso di ottenere degli ottimi risultati nelle cure dei pazienti affetti dalle più comuni patologie che interessano la vista, dalla diagnosi fino al trattamento. Ne ha discusso il prof. Leonardo Mastrapasqua, ordinario di oftalmologia presso la facoltà di Medicina e Chirurgia dell'Università "G. D'Annunzio" di Chieti –
Pescara nel convegno organizzato dal Rotary Club di Trani.
La chirurgia nel mondo dell'oculistica è stata utilizzata fin dagli anni Novanta per curare le classiche patologie che affliggono la popolazione: miopia, ipermetropia, astigmatismo, presbiopia, cheratocono e cataratta. I risultati, per la verità, erano molto scarsi. La tecnologia utilizzata era chiamata PRK e portava, nel giro di pochi anni, ad una regressione della vista, costringendo i pazienti a tornare all'uso degli occhiali o delle lenti a contatto.
Oggi la tecnologia si è fortemente evoluta; nel giro di quindici anni, infatti, sono state sperimentate con successo delle tecniche che permettono il recupero totale della vista, senza alcuna regressione, e non solo: è possibile anche riuscire a correggere gli errori causati da interventi chirurgici eseguiti male.
L'oculistica, oggi, si serve dell'intelligenza artificiale non solo per la diagnosi, che è estremamente accurata ma, soprattutto, per l'indicazione del tipo di trattamento a cui sottoporre il paziente dopo degli accertamenti su quest'ultimo. Si può parlare, dunque, di una cura cucita addosso al paziente, che permette di minimizzare i rischi e massimizzare i risultati.
Tra le tecniche utilizzate anche dallo stesso prof. Mastrapasqua vi è la tedesca SMILE – Small Incision Lenticule Extraction, che permette non solo di curare la patologia, ma anche di conservare la parte di tessuto estratta per un futuro eventuale bisogno del paziente. la Banca dell'Occhio, sita in Veneto, si occupa della conservazione dei lenticoli eliminati chirurgicamente ad una temperatura di – 80°C.
Un'altra tecnica, questa volta studiata fin dal 2016 direttamente dal prof. Mastrapasqua, è chiamata Slak e, così come la tecnica del Femtolaser, permette di curare patologie che altrimenti sarebbero risolvibili solo con il trapianto di cornea; un esempio è il cheratocono.
Oltre a questo tipo di tecniche, che adottano il laser, ne sono state sperimentate altre che mirano ad aggiungere chirurgicamente i lenticoli corneali quando non sia possibile operare sul paziente tramite il laser perché le condizioni di salute dell'occhio non lo consentono; un esempio eccellente è costituito dalla tecnica detta ICL, che consiste nell'inserimento del lenticolo fra l'iride e il cristallino.
Tutto ciò è possibile grazie ad una tecnologia estremamente elevata e precisa, che coadiuva il chirurgo esperto nel suo lavoro e che, fino a qualche anno fa non sarebbe assolutamente stato possibile.
Per il futuro si prevede la possibilità di utilizzare la telemedicina, che permetterà di operare chirurgicamente a distanza, proprio grazie all'uso dell'intelligenza artificiale applicata alla robotica.
Nel campo dell'oculistica l'intelligenza artificiale, combinata alla robotica, ha permesso di ottenere degli ottimi risultati nelle cure dei pazienti affetti dalle più comuni patologie che interessano la vista, dalla diagnosi fino al trattamento. Ne ha discusso il prof. Leonardo Mastrapasqua, ordinario di oftalmologia presso la facoltà di Medicina e Chirurgia dell'Università "G. D'Annunzio" di Chieti –
Pescara nel convegno organizzato dal Rotary Club di Trani.
La chirurgia nel mondo dell'oculistica è stata utilizzata fin dagli anni Novanta per curare le classiche patologie che affliggono la popolazione: miopia, ipermetropia, astigmatismo, presbiopia, cheratocono e cataratta. I risultati, per la verità, erano molto scarsi. La tecnologia utilizzata era chiamata PRK e portava, nel giro di pochi anni, ad una regressione della vista, costringendo i pazienti a tornare all'uso degli occhiali o delle lenti a contatto.
Oggi la tecnologia si è fortemente evoluta; nel giro di quindici anni, infatti, sono state sperimentate con successo delle tecniche che permettono il recupero totale della vista, senza alcuna regressione, e non solo: è possibile anche riuscire a correggere gli errori causati da interventi chirurgici eseguiti male.
L'oculistica, oggi, si serve dell'intelligenza artificiale non solo per la diagnosi, che è estremamente accurata ma, soprattutto, per l'indicazione del tipo di trattamento a cui sottoporre il paziente dopo degli accertamenti su quest'ultimo. Si può parlare, dunque, di una cura cucita addosso al paziente, che permette di minimizzare i rischi e massimizzare i risultati.
Tra le tecniche utilizzate anche dallo stesso prof. Mastrapasqua vi è la tedesca SMILE – Small Incision Lenticule Extraction, che permette non solo di curare la patologia, ma anche di conservare la parte di tessuto estratta per un futuro eventuale bisogno del paziente. la Banca dell'Occhio, sita in Veneto, si occupa della conservazione dei lenticoli eliminati chirurgicamente ad una temperatura di – 80°C.
Un'altra tecnica, questa volta studiata fin dal 2016 direttamente dal prof. Mastrapasqua, è chiamata Slak e, così come la tecnica del Femtolaser, permette di curare patologie che altrimenti sarebbero risolvibili solo con il trapianto di cornea; un esempio è il cheratocono.
Oltre a questo tipo di tecniche, che adottano il laser, ne sono state sperimentate altre che mirano ad aggiungere chirurgicamente i lenticoli corneali quando non sia possibile operare sul paziente tramite il laser perché le condizioni di salute dell'occhio non lo consentono; un esempio eccellente è costituito dalla tecnica detta ICL, che consiste nell'inserimento del lenticolo fra l'iride e il cristallino.
Tutto ciò è possibile grazie ad una tecnologia estremamente elevata e precisa, che coadiuva il chirurgo esperto nel suo lavoro e che, fino a qualche anno fa non sarebbe assolutamente stato possibile.
Per il futuro si prevede la possibilità di utilizzare la telemedicina, che permetterà di operare chirurgicamente a distanza, proprio grazie all'uso dell'intelligenza artificiale applicata alla robotica.