Vita di città
L'arco Morola chiuso da una cancello, era diventato un caotico punto di ritrovo
La scoperta è di Andrea Moselli: «Angolo caratteristico deturpato da un cancello»
Trani - domenica 17 novembre 2013
L'accesso all'arco Morola (così definito per la presenza della famiglia che dal 1700 risiedeva in loco) che si affaccia su via La Giudea, nel centro storico di Trani, è stato interdetto da una cancellata. A scoprirlo, questa mattina, Andrea Moselli durante un servizio di guida turistica nel quartiere ebraico. Come documentato dalle foto, inoltre, una seconda cancellata sembra stia per essere montata sul fianco dell'arco che costeggia il vicolo cieco dedicato a Gabriele Morola.
«Questi lavori - dice Moselli - meritano una doppia riflessione, da una parte il dolore di vedere un angolo caratteristico, a mio personalissimo avviso, deturpato da un cancello. Parliamo di un doppio arco che poggia su murature medievali di case a schiera successivamente rifuse, un insieme architettonicamente molto interessante da osservare.
D'altro canto, però, non posso non comprendere le motivazioni che hanno portato a questa drastica scelta. Mi riferisco alla pesante situazione che grava sui residenti della zona. L'arco purtroppo è diventato un punto di ritrovo, quasi un rifugio a dir il vero di ragazzi che in parte nascosti e protetti, bivaccano in maniera spesso poco civile fino a notte fonda».
Moselli ha recentemente segnalato un'analoga situazione di costante degrado che interessa l'arco di Porta Antica «fulcro delle nostre visite guidate - spiega - ma nel pratico un vespasiano dove gli "animali teoricamente razionali" espletano i loro bisogni. Risultato? Un pessimo biglietto da visita e qualità della vita "discutibile" per i residenti. Vogliamo la città turistica e come sempre siamo i primi a non rispettarla. In effetti certe situazioni probabilmente si eliminano soltanto occludendo i passaggi o mettendo un piantone h24. Chi esce sconfitto da questi atti siamo soltanto noi!»
«Questi lavori - dice Moselli - meritano una doppia riflessione, da una parte il dolore di vedere un angolo caratteristico, a mio personalissimo avviso, deturpato da un cancello. Parliamo di un doppio arco che poggia su murature medievali di case a schiera successivamente rifuse, un insieme architettonicamente molto interessante da osservare.
D'altro canto, però, non posso non comprendere le motivazioni che hanno portato a questa drastica scelta. Mi riferisco alla pesante situazione che grava sui residenti della zona. L'arco purtroppo è diventato un punto di ritrovo, quasi un rifugio a dir il vero di ragazzi che in parte nascosti e protetti, bivaccano in maniera spesso poco civile fino a notte fonda».
Moselli ha recentemente segnalato un'analoga situazione di costante degrado che interessa l'arco di Porta Antica «fulcro delle nostre visite guidate - spiega - ma nel pratico un vespasiano dove gli "animali teoricamente razionali" espletano i loro bisogni. Risultato? Un pessimo biglietto da visita e qualità della vita "discutibile" per i residenti. Vogliamo la città turistica e come sempre siamo i primi a non rispettarla. In effetti certe situazioni probabilmente si eliminano soltanto occludendo i passaggi o mettendo un piantone h24. Chi esce sconfitto da questi atti siamo soltanto noi!»