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Mercato moto: numeri immatricolazioni in calo, ma cresce l'usato

Il consumatore medio, più attento e prudente, ha spostato l’interesse verso il mercato dell’usato

Il mercato motociclistico italiano nel 2025 sta tracciando un quadro in chiaroscuro che attira l'attenzione degli analisti. Nei primi sei mesi dell'anno, le immatricolazioni di moto nuove hanno registrato un calo del 3,4% rispetto allo stesso periodo del 2024, segnale di una domanda più cauta e selettiva.
Eppure, il mese di luglio ha interrotto questa tendenza negativa, segnando un +7,3% sullo stesso mese dell'anno precedente, spinto in larga parte dal boom degli scooter (+19,3%). Parallelamente, il mercato dell'usato continua a sorprendere: +13,7% a giugno e +6% a luglio, secondo i dati ACI, un ritmo che suggerisce un cambio strutturale nelle preferenze di acquisto. Questi numeri raccontano di un settore che, pur affrontando ostacoli sul fronte del nuovo, trova nell'usato una valvola di sfogo e una nuova spinta commerciale.

Il contesto di mercato


Dietro ai dati si nasconde una combinazione di fattori economici, normativi e comportamentali. L'effetto Euro 5+ ha avuto un impatto significativo: l'entrata in vigore della normativa sulle emissioni ha spinto i concessionari a immatricolare in anticipo molti veicoli a fine 2024, generando un picco artificiale che ha inevitabilmente depresso le vendite nei mesi successivi. A questo scenario si è aggiunta l'inflazione, che ha eroso il potere d'acquisto delle famiglie e reso più difficile affrontare la spesa di un mezzo nuovo, soprattutto nelle fasce di cilindrata medio-alta.
Il consumatore medio, più attento e prudente, ha così spostato l'interesse verso il mercato dell'usato, dove è possibile accedere a modelli recenti a prezzi sensibilmente inferiori rispetto al nuovo. Questa tendenza è sostenuta anche dall'ampia offerta di moto d'epoca e da collezione, che intercettano una nicchia disposta a spendere pur di assicurarsi pezzi unici. Inoltre, la digitalizzazione dei passaggi di proprietà e la diffusione di piattaforme specializzate hanno ridotto barriere e tempi di acquisto, migliorando la trasparenza delle transazioni e aprendo il mercato anche a chi, fino a poco tempo fa, diffidava dell'usato.

Quale analisi economica per il settore?


Il quadro attuale evidenzia un mercato sempre più polarizzato, in cui il segmento del nuovo e quello dell'usato rispondono a logiche differenti. Per i concessionari e le case produttrici, la contrazione del nuovo comporta una pressione crescente sui margini: per mantenere i volumi, molti operatori hanno intensificato promozioni, finanziamenti agevolati e formule di noleggio a lungo termine. Tuttavia, queste strategie comportano costi aggiuntivi e un ritorno economico non sempre immediato.
Al contrario, il comparto dell'usato sta beneficiando di una catena del valore più snella e di un margine operativo spesso superiore, soprattutto per i rivenditori indipendenti e per le concessionarie multimarca che integrano il nuovo con il "secondo ciclo" di vita delle moto. I modelli di media cilindrata, versatili e adatti sia a un uso urbano sia turistico, risultano i più richiesti, seguiti dai 125cc, che restano una scelta popolare per neopatentati e giovani adulti.
Un altro elemento da non trascurare è l'interesse crescente per le moto d'epoca e da collezione. Questi veicoli, pur rappresentando una quota di mercato ridotta, hanno visto un aumento dei valori medi nelle compravendite, alimentando un segmento "premium" del mercato usato che si muove quasi in controtendenza rispetto al resto del settore.
Sul fronte macroeconomico, le fluttuazioni dei tassi di interesse influenzano la propensione all'acquisto: il credito più caro frena il nuovo, mentre nell'usato, dove spesso il pagamento è in un'unica soluzione o con finanziamenti più brevi, l'impatto è minore. Inoltre, la volatilità dei prezzi del carburante e i costi di manutenzione spingono parte dei motociclisti a valutare attentamente l'efficienza e la sostenibilità economica del proprio mezzo, aprendo spazi per modelli più parsimoniosi nei consumi o per alternative elettriche.

Anche le voci di spesa influenzano la scelta tra nuovo e usato


Il crescente interesse verso il mercato dell'usato non è legato esclusivamente al minor prezzo di acquisto: alla base di questa tendenza vi è anche la consapevolezza che il possesso di una moto comporta costi di gestione significativi. Optare per un veicolo di seconda mano consente spesso di destinare parte delle risorse risparmiate alle spese ricorrenti, migliorando la sostenibilità economica dell'investimento e l'esperienza complessiva di guida.
Tra le voci più rilevanti figura l'assicurazione RC moto, obbligatoria per legge. Il premio varia in base a fattori personali come età, residenza e storico assicurativo, ma anche in funzione di caratteristiche tecniche del mezzo, tra cui la cilindrata come si può evincere anche dalle informazioni contenute in questa guida dedicata su Facile.it.
Il carburante rappresenta un'altra voce rilevante, soggetta alle fluttuazioni del prezzo alla pompa e alle differenti efficienze dei modelli. La manutenzione ordinaria — comprendente interventi come tagliandi, sostituzione di pneumatici e cambio dell'olio — è essenziale per mantenere elevati standard di sicurezza e affidabilità. A questa si aggiunge la manutenzione straordinaria, necessaria in caso di guasti o usura accentuata, con costi che possono risultare significativi, in particolare per i veicoli con elevato chilometraggio.
Non vanno infine dimenticati gli oneri fiscali e normativi, quali il bollo e la revisione periodica, il cui importo varia in funzione della cilindrata e della normativa regionale, nonché le spese per l'abbigliamento tecnico e gli accessori. Caschi omologati, giacche con protezioni e sistemi di sicurezza avanzati rappresentano un investimento importante, ma fondamentale per la tutela del motociclista.
Considerare attentamente tutte queste voci consente di comprendere meglio le scelte di chi si orienta verso l'usato: una valutazione non solo sul prezzo iniziale, ma sull'intero ciclo di vita del veicolo e sulla sostenibilità economica del suo mantenimento.

Cosa aspettarsi nei prossimi mesi?


Le prospettive per il mercato motociclistico italiano dipendono da una combinazione di fattori economici, normativi e tecnologici. Sul fronte del nuovo, una graduale stabilizzazione potrebbe verificarsi con il lancio dei modelli 2026, destinati a stimolare la domanda grazie a innovazioni in termini di prestazioni, efficienza e sicurezza. Tuttavia, l'andamento dei tassi di interesse e l'evoluzione del potere d'acquisto delle famiglie continueranno a influenzare in modo significativo le decisioni di spesa.
Il segmento dell'usato, forte dei risultati positivi registrati nel 2025, appare destinato a mantenere un ruolo centrale. La disponibilità di veicoli recenti a prezzi competitivi, la presenza di modelli d'epoca e da collezione, nonché la crescente trasparenza delle transazioni grazie alle piattaforme digitali, continueranno a renderlo una scelta attrattiva per un'ampia fascia di acquirenti.
Sul piano assicurativo e gestionale, è probabile che si diffondano sempre più le formule flessibili, come le polizze a chilometraggio o temporanee, particolarmente adatte a un utilizzo stagionale del mezzo. Parallelamente, l'attenzione ai costi di esercizio e all'impatto ambientale potrebbe favorire una maggiore adozione di moto elettriche o ibride, sia nuove sia di seconda mano, con ricadute dirette sulle dinamiche di mercato e sulle strategie delle case produttrici.
In sintesi, il settore si avvia verso una fase di adattamento in cui la capacità di offrire soluzioni economicamente sostenibili, sicure e in linea con le nuove esigenze di mobilità sarà determinante per mantenere competitività e attrarre nuovi motociclisti.

ARTICOLO PUBBLIREDAZIONALE
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