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Cronaca
Niente archiviazione sulla morte di Raffaele Casale a Trani: nuove indagini disposte dal Gip
ll padre dello chef: "Una mezza notizia positiva, la nostra voce non è inascoltata"
Trani - mercoledì 12 aprile 2023
13.16
"Una mezza notizia positiva questa sentenza che ha prorogato le indagini di altri sei mesi": così il papà di Raffaele Casale, signor Felice, nel commentare la decisione del Giudice delle indagini Preliminari di Trani, Lucia Anna Altamura, che ha disposto nuove indagini, fissando il termine di ulteriori 6 mesi, nell'inchiesta sulla morte del giovane chef nel 2017, avvenuta su via Martiri di Palermo a Trani mentre tornava a casa a bordo della sua motocicletta.
Al termine dell'udienza in Camera di Consiglio è stata infatti rigettata la richiesta di archiviazione in considerazione di nuovi elementi portati all'attenzione della Procura da parte della difesa della famiglia del ragazzo, per cui il tratto di strada di via Martiri di Palermo, dove Raffaele ha perso la vita, è sempre stato pericoloso e mai messo in sicurezza anche a causa anche del cordolo della pista ciclabile; oltre all'ipotesi, per la quale secondo il signor Felice "qualcuno sa ma non parla", che a queste cause dell'incidente si sia aggiunta la manovra di sorpasso azzardata di una vettura poi sparita nel nulla
Il signor Casale e sua moglie infatti, instancabili nella loro ricerca della verità intorno alla morte del proprio figlio, avvolta da troppi dubbi, si aspettano che le indagini riguardino ciò che nel 2017 non era stato considerato: la pista ciclabile sotto sequestro, il tappeto di aghi di pino, l'illuminazione oscurata .
La speranza del signor Casale fu già riposta anche in un post di Facebook di qualche settimana fa a seguito della "messa in sicurezza" di via Martiri di Palermo, proprio intorno al punto dove Raffaele morì, interpretando quell'intervento come una sorta di ammissione di criticità della strada.
"Questo accadeva due giorni dopo la camera di udienza del 14 marzo scorso dove in piazza duomo io e la dimissionaria assessore Raffaella Merra recriminava la totale incuria del verde di via Martiri Di Palermo e lo stato di abbandono della pista ciclabile posta sotto sequestro e mai messa in sicurezza dalle evidenti non conformità della sicurezza stradale ma falsamente nascoste dal CTU del PM nelle indagini che adesso il GIP spero che noterà. E ieri un amministratore comunale finalmente è corso ai ripari facendo la normale potatura dei pini che nascondevano l'illuminazione che andava eseguita anche prima della morte di mio figlio. Quindi ammettendo la pericolosità di quel tratto di strada ma non dichiarata dal CTU del PM".
Al termine dell'udienza in Camera di Consiglio è stata infatti rigettata la richiesta di archiviazione in considerazione di nuovi elementi portati all'attenzione della Procura da parte della difesa della famiglia del ragazzo, per cui il tratto di strada di via Martiri di Palermo, dove Raffaele ha perso la vita, è sempre stato pericoloso e mai messo in sicurezza anche a causa anche del cordolo della pista ciclabile; oltre all'ipotesi, per la quale secondo il signor Felice "qualcuno sa ma non parla", che a queste cause dell'incidente si sia aggiunta la manovra di sorpasso azzardata di una vettura poi sparita nel nulla
Il signor Casale e sua moglie infatti, instancabili nella loro ricerca della verità intorno alla morte del proprio figlio, avvolta da troppi dubbi, si aspettano che le indagini riguardino ciò che nel 2017 non era stato considerato: la pista ciclabile sotto sequestro, il tappeto di aghi di pino, l'illuminazione oscurata .
La speranza del signor Casale fu già riposta anche in un post di Facebook di qualche settimana fa a seguito della "messa in sicurezza" di via Martiri di Palermo, proprio intorno al punto dove Raffaele morì, interpretando quell'intervento come una sorta di ammissione di criticità della strada.
"Questo accadeva due giorni dopo la camera di udienza del 14 marzo scorso dove in piazza duomo io e la dimissionaria assessore Raffaella Merra recriminava la totale incuria del verde di via Martiri Di Palermo e lo stato di abbandono della pista ciclabile posta sotto sequestro e mai messa in sicurezza dalle evidenti non conformità della sicurezza stradale ma falsamente nascoste dal CTU del PM nelle indagini che adesso il GIP spero che noterà. E ieri un amministratore comunale finalmente è corso ai ripari facendo la normale potatura dei pini che nascondevano l'illuminazione che andava eseguita anche prima della morte di mio figlio. Quindi ammettendo la pericolosità di quel tratto di strada ma non dichiarata dal CTU del PM".

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