
Cronaca
Processo S&P, la sentenza sarà pronunciata alle 12.30
I giudici del Tribunale in camera di consiglio
Trani - giovedì 30 marzo 2017
10.11
È prevista per le ore 12.30 la sentenza per il processo all'agenzia di rating Standard & Poor's e ai suoi cinque tra ex manager e analisti, accusati dalla Procura di manipolazione aggravata e continuata del mercato. Le parti non hanno ritenuto di fare alcuna replica e il collegio giudicante (presieduto da Giulia Pavese) si è ritirato in camera di consiglio.
Il pm Michele Ruggiero ha chiesto, al termine della requisitoria, di condannare l'ex presidente mondiale dell'agenzia, Deven Sharma, a 2 anni di reclusione più 300mila euro di multa in relazione ai fatti contestatigli tra maggio e luglio 2011; a 3 anni e 500mila euro di multa l'allora responsabile per l'Emea, Yann Le Pallec, e gli analisti Eileen Zhang, Franklin Crawford Gill e Moritz Kraemer, per tutti i fatti contestati; nonché a 4 milioni e 647mila di euro la persona giuridica. Secondo l'accusa avrebbero posto in essere "una serie di artifici" tanto nell'elaborazione quanto nella "diffusione" dei rating sul debito sovrano italiano, "concretamente idonei a provocare" la destabilizzazione dell'immagine, prestigio e affidamento creditizi dell'Italia sui mercati finanziari; una sensibile alterazione del valore dei titoli di Stato italiani e un indebolimento dell'euro. Sotto accusa è in particolare il doppio declassamento del debito sovrano dell'Italia operato da S&P il 13 gennaio 2012. In un anno e mezzo di dibattimento, per questo processo, sono sfilati davanti ai giudici tranesi, in qualità di testi, personaggi eccellenti del panorama politico e finanziario italiano e non solo. Tra gli altri, anche gli ex premier Romano Prodi e Mario Monti; il ministro alle Finanze Giancarlo Padoan e l'ex Giulio Tremonti; il presidente della Consob, Giuseppe Vegas; mentre si rinunciò alla deposizione del presidente della Bce, Mario Draghi, in cambio dell'acquisizione al dibattimento delle dichiarazioni già rese, nel gennaio 2011 (cioè in fase di indagini), dall'allora governatore di Bankitalia.
Intorno alle 13 sarà chiamata la causa relativa all'altra agenzia di rating, Fitch, per la quale è imputato solo l'analista David Willmoth Riley, che avrebbe rilanciato - dal 10 al 18 gennaio 2012 - "indebiti annunci preventivi di imminente declassamento" dell'Italia, mai decretato ufficialmente dell'agenzia Fitch fino al 27 gennaio 2012 , "così divulgando a mercati aperti informazioni che dovevano restare riservate, concretamente idonee a provocare una sensibile alterazione del prezzo degli strumenti finanziari". In particolare un'anticipazione avvenne durante la trasmissione Ballarò di Rai Tre, di cui Riley fu ospite il 17 gennaio. Per lui è stata chiesta una condanna a nove mesi di reclusione e 16mila euro di multa.
Nel processo sono costituti parti civili alcuni investitori che avrebbero subìto perdite in borsa per le anticipazioni contestate e le associazioni di consumatori Adusbef, Acu e Federcosumatori.
Il pm Michele Ruggiero ha chiesto, al termine della requisitoria, di condannare l'ex presidente mondiale dell'agenzia, Deven Sharma, a 2 anni di reclusione più 300mila euro di multa in relazione ai fatti contestatigli tra maggio e luglio 2011; a 3 anni e 500mila euro di multa l'allora responsabile per l'Emea, Yann Le Pallec, e gli analisti Eileen Zhang, Franklin Crawford Gill e Moritz Kraemer, per tutti i fatti contestati; nonché a 4 milioni e 647mila di euro la persona giuridica. Secondo l'accusa avrebbero posto in essere "una serie di artifici" tanto nell'elaborazione quanto nella "diffusione" dei rating sul debito sovrano italiano, "concretamente idonei a provocare" la destabilizzazione dell'immagine, prestigio e affidamento creditizi dell'Italia sui mercati finanziari; una sensibile alterazione del valore dei titoli di Stato italiani e un indebolimento dell'euro. Sotto accusa è in particolare il doppio declassamento del debito sovrano dell'Italia operato da S&P il 13 gennaio 2012. In un anno e mezzo di dibattimento, per questo processo, sono sfilati davanti ai giudici tranesi, in qualità di testi, personaggi eccellenti del panorama politico e finanziario italiano e non solo. Tra gli altri, anche gli ex premier Romano Prodi e Mario Monti; il ministro alle Finanze Giancarlo Padoan e l'ex Giulio Tremonti; il presidente della Consob, Giuseppe Vegas; mentre si rinunciò alla deposizione del presidente della Bce, Mario Draghi, in cambio dell'acquisizione al dibattimento delle dichiarazioni già rese, nel gennaio 2011 (cioè in fase di indagini), dall'allora governatore di Bankitalia.
Intorno alle 13 sarà chiamata la causa relativa all'altra agenzia di rating, Fitch, per la quale è imputato solo l'analista David Willmoth Riley, che avrebbe rilanciato - dal 10 al 18 gennaio 2012 - "indebiti annunci preventivi di imminente declassamento" dell'Italia, mai decretato ufficialmente dell'agenzia Fitch fino al 27 gennaio 2012 , "così divulgando a mercati aperti informazioni che dovevano restare riservate, concretamente idonee a provocare una sensibile alterazione del prezzo degli strumenti finanziari". In particolare un'anticipazione avvenne durante la trasmissione Ballarò di Rai Tre, di cui Riley fu ospite il 17 gennaio. Per lui è stata chiesta una condanna a nove mesi di reclusione e 16mila euro di multa.
Nel processo sono costituti parti civili alcuni investitori che avrebbero subìto perdite in borsa per le anticipazioni contestate e le associazioni di consumatori Adusbef, Acu e Federcosumatori.
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