GARGANO
GARGANO
Scuola e Lavoro

Trifone Gargano: "Ragazzi, non abbiate paura di sbagliare, l'errore è vita!"

Una dedica del professore pugliese ai giovani alle prese con gli esami di maturità

ll professor Gargano è di Adelfia in provincia di Bari, ma è famoso in tutta Italia come divulgatore della letteratura italiana, presentata non solo in modo teatrale, ma soprattutto resa attuale nell'incontro con la vita quotidiana.

A Trani è di casa da tempo, visto che la sua presenza e le sue irresistibili lezioni di vita e letteratura sono richieste anche più volte l'anno.

Il prossimo appuntamento sarà proprio il 18 luglio, in una delle Agorà organizzate dai giovani di Tranensis: un ritorno, dopo l'incontro meraviglioso e acclamatissimo della scorsa estate. Pubblichiamo integralmente con la sua riflessione dedicata ai giovani alle prese con gli esami di maturità e che trova uno spunto interessante nel racconto di Alessandro Baricco "Novecento".
.

La chiamavano «maturità»
di Trifone Gargano

Da domani, e per circa un mese, in tutta Italia, poco più di 530 mila studenti saranno impegnati con le due prove scritte e con i colloqui degli esami di Stato conclusivi del percorso di studi secondari superiori. Una volta, venivano detti esami di "maturità", con l'esplicita allusione che quegli esami fossero la prova di passaggio nell'età adulta, chiusi gli anni ovattati e protetti degli studi medi, che aprissero cioè alla vita vera, al mondo del lavoro, o, in taluni casi, agli studi universitari (con caratteristiche di organizzazione e di autonomia totalmente differenti rispetto agli anni precedenti). Oggi, invece, con linguaggio un po' più prosaico, burocratico, meno enfatico, vengono semplicemente detti "esami di Stato". Le parole e le espressioni che utilizziamo non sono mai indifferenti, esse, al contrario, sono sempre il segno di un cambiamento avvenuto nel corpo vivo della società. Anche in questo caso. In effetti, oggigiorno, l'asticella della così detta "maturità" si è alzata, spostandosi più in avanti. Questi esami non segnano più, come avveniva una volta, un deciso cambiamento tra un "prima" e un "dopo". Tanto per capirci: quasi nessuno, dei nostri studenti, una volta finiti gli esami di Stato, trova lavoro. Al contrario, quasi tutti sono costretti a intraprendere il percorso universitario (alla fine del quale, dopo ulteriori altri cinque, o sei, o sette anni, seguirà, quasi obbligatoriamente, l'anno o il biennio del master post-laurea, della ulteriore specializzazione, per poter sperare di entrare, finalmente, nel mondo del lavoro). Tutto è stato spostato in avanti, fino a raggiungere (e a superare) i trent'anni, per diventare autonomi, produttivi e... maturi. Queste sono le logiche della globalizzazione e della ristrutturazione del mercato del lavoro (e della formazione), che costringono i nostri "ragazzi" a restare tali fino a trent'anni (e più). Anche nel lessico, infatti, nel nostro parlare quotidiano e nei media sentiamo e leggiamo il vocabolo «ragazzo» utilizzato per giovanotti ultra ventenni (se non ultra trentenni), con superficialità, da parte di chi lo utilizza. I ragazzi sono, al tempo stesso, vittime e carnefici di questo processo di ritardo nell'assunzione di responsabilità (e di autonomia). Subiscono il ritardo, e ne sono pure contenti. Restare nel "nido" oltre il dovuto (rispetto ai ritmi e ai tempi della natura, e non invece rispetto ai ritmi e ai tempi sociali) non è un bene; esso produce devastanti ritardi a livello psicologico, economico, sociale, culturale, relazionale, e così via.

Ai miei studenti, per questo appuntamento di fine quinquennio superiore, leggo (e commento) una paginetta tratta da Novecento di Alessandro Baricco, e precisamente quella nella quale il protagonista, il pianista sull'oceano, Novecento, spiega al suo amico, il trombettista Tim Tooney, perché non sia sceso dalla scaletta del Virginian, il piroscafo sul quale era nato, e sul quale aveva sempre vissuto, in una continua spola tra l'Europa e l'America:

Tutta quella città... non si riusciva a vederne la fine...
Non è quello che vidi che mi fermò . È quello che non vidi. Puoi capirlo?
Quello che non vidi... In tutta quella sterminata città c'era tutto tranne la fine. C'era tutto. Ma non c'era una fine. Quello che non vidi è dove finiva tutto quello. La fine del mondo. tu pensa a un pianoforte. I tasti iniziano. I tasti finiscono. Tu lo sai che sono 88 e su questo nessuno può fregarti. Non sono infiniti, loro. Tu sei infinito, e dentro quegli 88 tasti la musica che puoi fare è infinita. Questo a me piace. In questo posso vivere. Ma se io salgo su quella scaletta, e davanti a me si srotola una tastiera di milioni di tasti, milioni e miliardi di tasti, che non finiscono mai, e questa è la verità, che non finiscono mai... Quella tastiera è infinita
Cristo, ma le vedevi le strade? Anche soltanto le strade, ce n'erano a migliaia! Ma dimmelo, come fate voialtri laggiù a sceglierne una. A scegliere una donna. Una casa, una terra che sia la vostra, un paesaggio da guardare, un modo di morire
La terra... è una nave troppo grande per me. È una donna troppo bella. È un viaggio troppo lungo. È un profumo troppo forte

Il terrore dell'infinito, il terrore del limite che non c'è (il terrore della scomparsa del finito rassicurante), questo spaventò Novecento. Questo gli impedì di scendere lungo quella scaletta. Abbandonare il Virginian, piroscafo di notevoli dimensioni, certo, capace di affrontare la navigazione nell'oceano, grande, ma finito, dunque, rassicurante. Il Virginian aveva un inizio e una fine. Cominciava e finiva. Esattamente come la cameretta, come il nido familiare. Rassicurante. Ciò che terrorizza Novecento è la scelta: in città, nel mondo vero, bisogna scegliere. Una volta sceso dal piroscafo, egli avrebbe dovuto scegliere una donna, una casa, una terra, un paesaggio. Il terrore della responsabilità è ciò che spaventa Novecento. Scegliere significa mettersi in gioco, scegliere significa escludere, dire sì, o dire no, ogni giorno, ogni istante della propria vita. L'adulto sceglie. La persona "matura" sceglie. Il ragazzo, al contrario, non sa e non vuole dire di sì, o di no. Il ragazzo scappa dinanzi alla scelta. Resta chiuso nella cameretta. Resta steso sul divano. Resta accucciato, ben nascosto, nella cabina del piroscafo.

Ai miei studenti auguro di abbandonare il Virginian, di affrontare la dura scelta della vita quotidiana. Il piroscafo è la scuola. La scaletta è l'esame (di Stato o di Maturità che dir si voglia). Ai miei studenti auguro di abbandonare la filosofia negativa di Novecento. E voglio sperare che, con il mio insegnamento, negli anni trascorsi assieme, li abbia messi in
condizione di affrontare quella scaletta, di non fermarsi a metà. Scendere e andare nel labirinto del mondo. Con serenità, dunque, carissimi studenti, auguro a ciascuno di voi un buon esame di Stato, auguro che sappiate scegliere, scendendo da quella scaletta, auguro di affrontare il mondo con più di 88 tasti, di muovervi nel labirinto che la vita srotolerà dinanzi a voi. Che sappiate scegliere una donna, una casa, una terra, un paesaggio da guardare, senza il timore di sbagliare. L'errore è vita. Errare è vivere.
  • Scuola
Altri contenuti a tema
Ragazzi tedeschi della “Justin-Wagner Schule” a Trani per il programma Erasmus Plus Ragazzi tedeschi della “Justin-Wagner Schule” a Trani per il programma Erasmus Plus La scuola “Rocca Bovio Palumbo”anche come scuola ospitante conferma una vocazione all’internazionalità
Andrea Lippolis vincitore del Premio di Poesia Unesco Andrea Lippolis vincitore del Premio di Poesia Unesco Il concorso era rivolto alle studentesse e agli studenti della città di Trani
"25 marzo sarà il vostro inferno", ecco cosa c'è scritto sui biglietti trovati in stazione "25 marzo sarà il vostro inferno", ecco cosa c'è scritto sui biglietti trovati in stazione In corso ispezioni e bonifiche
Allarme bomba a Trani, aggiornamenti in tempo reale Allarme bomba a Trani, aggiornamenti in tempo reale In corso verifiche e controlli da parte delle forze dell'ordine
"Allarme bomba in una scuola di Trani", tutti gli istituti restano chiusi "Allarme bomba in una scuola di Trani", tutti gli istituti restano chiusi Le forze dell'ordine sono all'opera per ispezionare tutti gli edifici scolastici
Ultimi giorni per partecipare al contest "Il futuro che vorrei" e vincere un viaggio a Roma Ultimi giorni per partecipare al contest "Il futuro che vorrei" e vincere un viaggio a Roma Reel per raccontare l’educazione sentimentale e la città ideale utilizzando i social
Prevenire le malattie ematologiche, l'Ail incontra i ragazzi delle superiori di Trani Prevenire le malattie ematologiche, l'Ail incontra i ragazzi delle superiori di Trani All'iniziativa ha aderito il liceo scientifico
Il Liceo Da Vinci di Bisceglie ospite di Mastrototaro Food Il Liceo Da Vinci di Bisceglie ospite di Mastrototaro Food Gli studenti del liceo hanno trascorso una giornata di formazione in azienda
© 2001-2024 TraniViva è un portale gestito da InnovaNews srl. Partita iva 08059640725. Testata giornalistica telematica registrata presso il Tribunale di Trani. Tutti i diritti riservati.
TraniViva funziona grazie ai messaggi pubblicitari che stai bloccandoPer mantenere questo sito gratuito ti chiediamo disattivare il tuo AdBlock. Grazie.