Legambiente Trani
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Territorio

Caso discarica, per Legambiente Trani "un sequestro preannunciato"

«Ci costituiremo parte civile in caso d'illecito penale e disastro ambientale»

«Il definitivo sequestro della discarica pubblica di Trani risultava preannunciato dai dati acquisiti da Legambiente Trani presso i competenti uffici Arpa nella assenza invece di riscontri da parte dell'Amiu nonostante una specifica istanza di accesso agli atti ai sensi e per gli effetti del decreto legislativo del 19 agosto 2005 (diritto di accesso alle informazioni ambientali)». È con queste parole che l'avvocato Pierluigi Colangelo di Legambiente Trani commenta il provvedimento di sequestro della discarica di proprietà comunale e gestita dall'Amiu Spa e che ha visto indagate 16 persone, tra cui lo stesso sindaco Luigi Riserbato. L'inquinamento della falda era stato infatti più volte denunciato dalla stessa associazione ambientalista.

«I dati analizzati - prosegue Colangelo - denotano un inverosimile e costante superamento dei valori degli agenti inquinati in particolare in uno dei così detti "pozzi spia", configurandosi una possibile e costante presenza in falda di elementi nocivi. Infatti tra i prelievi effettuati in un "incriminato" pozzo di monitoraggio quello in data 21/08/2014 evidenzia valori alterati oltre i limiti ammissibili (valori espressi in microgrammi/litro) tra cui e nello specifico: nitriti 8630 (limite a 500), arsenico 18 (limite a 10), ferro 376 (limite a 200), manganese 110 (limite a 50) nichel 32 (limite a 20). Ulteriori rilievi pur restando nei parametri presentano nel recente periodo di verifica e confronto innalzamenti significativi e tali, evidentemente, da indurre l'ufficio regionale inquinamento e grandi impianti, ad imporre l'adozione di specifiche misure di sicurezza ed emergenza volte al contenimento dell' inquinamento. La previsione tra i capi di accusa del reato di disastro ambientale, già denunciato da Legambiente e ed il richiamo al principio comunitario, tuttavia sempre difficilmente applicabile, del "chi inquina paga", non appare affatto confortante, in quanto la normativa che regola la materia prevede tale grave reato solo in costanza di una situazione irreversibilmente compromessa. Il "disastro ambientale" viene inteso quale "alterazione irreversibile dell'equilibrio dell'ecosistema" che naturalmente e piuttosto si auspica non sia tale per il territorio di Trani, laddove la compromissione coinciderebbe con un evento dannoso il cui ripristino risulterebbe "particolarmente oneroso" e conseguibile solo con "provvedimenti eccezionali" e ciò indipendentemente dalle sanzioni penali inferte ai responsabili. In tal senso Legambiente Trani e Legambiente Puglia confermano come siano pronte ad una congiunta costituzione parte civile a tutela degli interessi diffusi laddove la contestata violazione di disposizioni legislative, regolamentari ed amministrative, specificamente poste a tutela dell'ambiente vengano a configurare ipotesi di illecito penale e di disastro ambientale. Si rendono ora necessarie risorse ed interventi al fine di tutelare concretamente salute ed ambiente monitorando le acque di pozzi artesiani a valle della discarica con indagini ed analisi appropriate anche oltre il sito ed i pozzi spia della stessa discarica al fine di verificare e ricostruire percorsi di penetrazione e compromissione delle falde e l'eventuale inquinamento nel sottosuolo e verso il mare».

Sulla possibilità di impianti di termovalorizzazione l'associazione ribadisce il suo secco no: «Si intende confermare la necessità di procedere sempre e conformemente ai principi di prevenzione e precauzione nella costante e ribadita opposizione dell'associazione ambientalista tranese all'insediamento di nuove discariche o impianti di termovalorizzazione rivendicando la necessità di una specifica moratoria in tal senso.Se infatti Trani sta correndo un serio rischio di inquinamento per le "perdite" in falda ed atmosfera da parte della discarica cittadina, non si vuole neanche ipotizzare quali potrebbero essere gli esponenziali rischi di una discarica di rifiuti speciali o pericolosi come quelli residuanti dal processo di termovalorizzazione, a riprova del necessario divieto di contiguità tra discariche ed agenti inquinanti».

Ma l'allarme discarica non è solamente l'unica problematica ambientale a cui deve dar conto l'associazione: «Altro fronte strettamente interconnesso con la problematica delle discariche e dello smaltimento dei rifiuti risulta quello della presenza nell'agro cittadino di cave, soprattutto di quelle abusive e non censite, quale indubbia "tentazione" per i trafficanti di rifiuti, di modo che si rende urgente, accanto ad una reale attivazione del "registro tumori" un concreto monitoraggio con conseguente controllo e messa in sicurezza delle cave del territorio onde evitare il propagarsi di fenomeni inquinanti. Legambiente a Trani, attraverso l'adesione al programma "Eternit Free" si preoccupa e denuncia anche fenomeni apparentemente "invisibili e dormienti" che tuttavia rischiano di implodere improvvisamente con definitiva compromissione dell'ambiente e della salute della collettività, come la presenza in pieno centro urbano della copertura in amianto dell'ex supercinema e l'assenza di un trasparente controllo di inquinamento elettromagnetico e dello smog cittadino».

Nei prossimi mesi previsti progetti educativi a tutela dell'ambiente. «Legambiente Trani – conclude Colangelo - congiuntamente al coordinamento Legambiente Bat e con Legambiente Andria quale capofila nei prossimi mesi, sarà impegnata presso le scuole della città e della provincia in attività di educazione alla raccolta differenziata e di prevenzione e segnalazione di criticità ambientali con l'intento di coinvolgere le future generazioni in un percorso di consapevolezza che veda tutti noi impegnati in un mutamento di condotte che leghino il futuro dell'uomo al futuro e rispetto della natura e del territorio che ci ospita».
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