.jpg)
Scuola e Lavoro
Fit-Cisl Amet: «Il primo maggio è una festa che non ci appartiene più»
Dura nota del sindacato dei lavoratori
Trani - giovedì 1 maggio 2025
18.48 Comunicato Stampa
«Il Primo Maggio rappresenta, da sempre, una giornata di riflessione e riconoscimento per il mondo del lavoro e per chi, con impegno quotidiano, contribuisce al funzionamento e al progresso della nostra società. Una data simbolica, carica di significato e di memoria collettiva, in cui si celebrano il valore della dignità del lavoro e i diritti conquistati con sacrificio nel corso della storia.
Tuttavia, ci sono momenti in cui anche le ricorrenze più sentite perdono di senso. Per noi, lavoratori colpiti da scelte che non abbiamo condiviso né compreso, oggi è uno di quei momenti. Abbiamo prestato servizio con costanza e responsabilità, sempre con spirito di appartenenza e rispetto delle regole. Eppure, tutto ciò non è bastato a tutelarci.
Le recenti decisioni politico-aziendali hanno segnato una frattura profonda tra chi amministra e chi lavora. Abbiamo assistito, impotenti, al venir meno di quel principio di reciprocità che dovrebbe essere alla base del rapporto tra istituzioni e lavoratori. Nessun reale confronto, nessun ascolto, nessuna visione condivisa. Solo una gestione distante, fredda, burocratica.
Il Primo Maggio dovrebbe essere il giorno in cui la politica e le istituzioni guardano in faccia chi lavora, chi tiene in piedi la macchina pubblica, chi fa la sua parte senza clamori. E invece, in questa città, ci guardano voltandoci le spalle. Hanno fatto scelte che cancellano il nostro presente, senza preoccuparsi del nostro futuro.
Dispiace constatare che né l'amministrazione comunale, né quella aziendale abbiano mostrato il coraggio o la volontà di assumersi la responsabilità morale e politica di quanto sta accadendo. Si sono trincerate dietro il formalismo delle procedure, dimenticando che dietro ogni decisione ci sono volti, famiglie, storie di vita e di lavoro
Oggi non chiediamo nulla. Non rivendichiamo privilegi. Ci limitiamo a dire che questa non è più la nostra festa. Non perché abbiamo smesso di credere nel valore del lavoro, ma perché qualcun altro ha smesso di credere nel valore dei lavoratori. Un augurio sincero a tutti i lavoratori che ogni giorno continuano a credere nel proprio impegno».
Tuttavia, ci sono momenti in cui anche le ricorrenze più sentite perdono di senso. Per noi, lavoratori colpiti da scelte che non abbiamo condiviso né compreso, oggi è uno di quei momenti. Abbiamo prestato servizio con costanza e responsabilità, sempre con spirito di appartenenza e rispetto delle regole. Eppure, tutto ciò non è bastato a tutelarci.
Le recenti decisioni politico-aziendali hanno segnato una frattura profonda tra chi amministra e chi lavora. Abbiamo assistito, impotenti, al venir meno di quel principio di reciprocità che dovrebbe essere alla base del rapporto tra istituzioni e lavoratori. Nessun reale confronto, nessun ascolto, nessuna visione condivisa. Solo una gestione distante, fredda, burocratica.
Il Primo Maggio dovrebbe essere il giorno in cui la politica e le istituzioni guardano in faccia chi lavora, chi tiene in piedi la macchina pubblica, chi fa la sua parte senza clamori. E invece, in questa città, ci guardano voltandoci le spalle. Hanno fatto scelte che cancellano il nostro presente, senza preoccuparsi del nostro futuro.
Dispiace constatare che né l'amministrazione comunale, né quella aziendale abbiano mostrato il coraggio o la volontà di assumersi la responsabilità morale e politica di quanto sta accadendo. Si sono trincerate dietro il formalismo delle procedure, dimenticando che dietro ogni decisione ci sono volti, famiglie, storie di vita e di lavoro
Oggi non chiediamo nulla. Non rivendichiamo privilegi. Ci limitiamo a dire che questa non è più la nostra festa. Non perché abbiamo smesso di credere nel valore del lavoro, ma perché qualcun altro ha smesso di credere nel valore dei lavoratori. Un augurio sincero a tutti i lavoratori che ogni giorno continuano a credere nel proprio impegno».