
Vita di città
Ospedale, anche il pronto soccorso viene ridimensionato
Altro provvedimento ad orologeria. I sindacati: «E' la fine per il San Nicola Pellegrino»
Trani - martedì 2 ottobre 2012
9.49
La notizia è di quelle che fanno rabbrividire. Dopo quella del partime imposto al laboratorio di analisi, ecco l'ultima novità in ordine di tempo e che in pratica segna la fine totale dell'ospedale di Trani: da oggi anche il pronto soccorso viene ridimensionato. Diventa punto di primo soccorso. A dirlo sono i rappresentanti delle tre sigle sindacali (Cgil, Cisl e Uil) che puntano l'indice sui tagli ad orologeria ai danni dell'ospedale di Trani.
Solo le urgenze mattutine rientrano tra quelle che potrebbero essere affrontate alla men peggio. Dopo mezzogiorno, povero a chi capita, sarà necessario, vista la già decisa chiusura del laboratorio di analisi, trasportare il malato in un nosocomio in grado di accoglierlo. Sempre che lo si raggiunga per tempo, prima che si verifichi l'irreparabile.
«Con la parola fine sul San Nicola Pellegrino - dicono i sindacati - cala anche definitivamente il sipario sulla dignità di una città di circa 60.000 abitanti (in estate sfiora le centomila unità) grazie all'inefficienza dei rappresentanti politici, poco tempestivi (o addirittura assenti) a contrastare i diktat. Da tempo si parla di ospedale unico. E le tre organizzazioni sindacali si sono dette favorevoli. Ma nel frattempo che sarà costruito, non ci hanno pensato due volte a smantellare tutte le strutture. Almeno questo è l'ordine che è stato impartito viene da chi crede che così facendo si risparmia e si ripianano le casse. Sarebbe stato molto più logico far rimanere tutto come era e, nello stesso tempo, decidere democraticamente e con avvedutezza come attuare i poli distinti con Bisceglie. Ma ci sarà da vedere (e questa evenienza dovrebbe essere compito della magistratura) in quale luogo si andrà a costruire il nuovo ospedale unico (è sempre più insistente il proposito di farlo tra Bisceglie e Molfetta). A tal proposito qualcuno già parla di proprietà legate a personaggi di spicco. Ma questa è un'altra storia, anche se frequente negli ambienti con politici senza scrupoli».
Solo le urgenze mattutine rientrano tra quelle che potrebbero essere affrontate alla men peggio. Dopo mezzogiorno, povero a chi capita, sarà necessario, vista la già decisa chiusura del laboratorio di analisi, trasportare il malato in un nosocomio in grado di accoglierlo. Sempre che lo si raggiunga per tempo, prima che si verifichi l'irreparabile.
«Con la parola fine sul San Nicola Pellegrino - dicono i sindacati - cala anche definitivamente il sipario sulla dignità di una città di circa 60.000 abitanti (in estate sfiora le centomila unità) grazie all'inefficienza dei rappresentanti politici, poco tempestivi (o addirittura assenti) a contrastare i diktat. Da tempo si parla di ospedale unico. E le tre organizzazioni sindacali si sono dette favorevoli. Ma nel frattempo che sarà costruito, non ci hanno pensato due volte a smantellare tutte le strutture. Almeno questo è l'ordine che è stato impartito viene da chi crede che così facendo si risparmia e si ripianano le casse. Sarebbe stato molto più logico far rimanere tutto come era e, nello stesso tempo, decidere democraticamente e con avvedutezza come attuare i poli distinti con Bisceglie. Ma ci sarà da vedere (e questa evenienza dovrebbe essere compito della magistratura) in quale luogo si andrà a costruire il nuovo ospedale unico (è sempre più insistente il proposito di farlo tra Bisceglie e Molfetta). A tal proposito qualcuno già parla di proprietà legate a personaggi di spicco. Ma questa è un'altra storia, anche se frequente negli ambienti con politici senza scrupoli».
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