Vita di città
«Quello di villa Bini è il nostro muro del pianto»
Il comitato di quartiere Stadio protesta per il vincolo posto dalla Soprintendenza. Piazzolla: «L'amministrazione ha le sue responsabilità»
Trani - sabato 4 giugno 2011
17.41
Tutti girati, spalle all'obiettivo, poggiati a quello che loro definiscono «il muro del pianto di Trani». Parliamo naturalmente del muro di villa Bini, ostacolo insormontabile su cui sono naufragate le possibilità di realizzare il sottopasso veicolare per unire il centro cittadino al quartiere Stadio una volta soppresso l'ultimo passaggio a livello presente in città.
La Soprintendenza ha confermato il vincolo sul muro di villa Bini, senza il cui abbattimento o arretramento è impossibile ricavare lo spazio utile per realizzare i sottoservizi necessari per il sottopasso veicolare. Il comitato di quartiere non ci sta e non vuole arrendersi. Non bloccano i binari ma tappezzano il muro di striscioni e bandiere. «La Soprintendenza salva un muro fatiscente e condanna un quartiere all'isolamento». Lo scrivono a chiare lettere gli organizzatori della protesta, lo ribadisce a gran voce il presidente del comitato, Vito Piazzolla, sostenuto da quei residenti che hanno rinunciato al mare o allo shopping per protestare.
Piazzolla è categorico: «Non vogliamo sentir parlare di progetti alternativi. Noi continueremo a lottare per evitare che in città sia realizzato un altro muro di Berlino che dividerà in due la città. Abbiamo scritto a Bari e Roma, non ci fermeremo e scomoderemo tutte le più alte cariche del Paese per perorare una causa sacrosanta». Piazzolla non risparmia critiche all'amministrazione comunale: «Ha una buona dose di responsabilità. Questa vicenda va avanti dal 2004. In sette anni il governo cittadino non è stato in grado di superare l'ostacolo, di trovare una mediazione, di riallacciare un dialogo proficuo con la Soprintendenza. Non credo che la partita sia chiusa ma occorre che i nostri politici adesso s'impegnino realmente».
La Soprintendenza ha confermato il vincolo sul muro di villa Bini, senza il cui abbattimento o arretramento è impossibile ricavare lo spazio utile per realizzare i sottoservizi necessari per il sottopasso veicolare. Il comitato di quartiere non ci sta e non vuole arrendersi. Non bloccano i binari ma tappezzano il muro di striscioni e bandiere. «La Soprintendenza salva un muro fatiscente e condanna un quartiere all'isolamento». Lo scrivono a chiare lettere gli organizzatori della protesta, lo ribadisce a gran voce il presidente del comitato, Vito Piazzolla, sostenuto da quei residenti che hanno rinunciato al mare o allo shopping per protestare.
Piazzolla è categorico: «Non vogliamo sentir parlare di progetti alternativi. Noi continueremo a lottare per evitare che in città sia realizzato un altro muro di Berlino che dividerà in due la città. Abbiamo scritto a Bari e Roma, non ci fermeremo e scomoderemo tutte le più alte cariche del Paese per perorare una causa sacrosanta». Piazzolla non risparmia critiche all'amministrazione comunale: «Ha una buona dose di responsabilità. Questa vicenda va avanti dal 2004. In sette anni il governo cittadino non è stato in grado di superare l'ostacolo, di trovare una mediazione, di riallacciare un dialogo proficuo con la Soprintendenza. Non credo che la partita sia chiusa ma occorre che i nostri politici adesso s'impegnino realmente».