
Eventi e cultura
Lino Patruno incanta Trani: un viaggio in jazz a New Orleans da Palazzo delle Arti Beltrani
Il "monumento" del jazz italiano, a pochi mesi dai 90 anni, ha trasportato il pubblico sold out di Corte Santorsola tra le sonorità degli anni '20 e '30, con una band d'eccezione e un omaggio al "primo" disco jazz italo-americano
Trani - martedì 8 luglio 2025
17.08
n'atmosfera magica, un sold out entusiasta e la sensazione di essere stati trasportati indietro nel tempo, tra le vibranti sonorità di New Orleans. Questo e molto altro è stato il concerto che ha visto protagonista, lo scorso 6 luglio, il Maestro Lino Patruno al Palazzo delle Arti Beltrani di Trani. Un vero e proprio monumento della musica jazz nazionale e internazionale, che ad ottobre taglierà il traguardo dei 90 anni, e che ha dimostrato ancora una volta la sua immutata energia e maestria.
Ad accompagnare Patruno, una band d'eccezione, un ensemble di altissimo livello che ha saputo creare un'amalgama perfetta di suoni e sensazioni: Mino Lacirignola alla tromba, Francesco Manfredi al clarinetto, Carlo Ficini al trombone, Sandro Binetti al pianoforte, l'inossidabile tranese Ilario De Marinis al contrabbasso, Michele Fracchiolla alla batteria e la splendida voce di Cristina Lacirignola. Se si chiudevano gli occhi, si poteva quasi sentire il fluire del Mississippi e l'eco delle prime jam session.Durante l'esibizione, il Maestro Patruno ha regalato al pubblico un interessante spunto storico, rievocando con affetto e precisione un fatto spesso dimenticato: il primo disco jazz della storia fu inciso nel 1917 dalla Original Dixieland Jass Band, un gruppo italo-americano guidato dal trombettista siciliano Nick LaRocca. Una rivendicazione non solo storica, ma soprattutto culturale, che testimonia ancora una volta come l'Italia abbia lasciato un'impronta profonda e insospettata anche nei luoghi più iconici della musica internazionale.
Il repertorio proposto ha spaziato attraverso alcuni dei brani più celebri dell'American Songbook, da "I'm Confessin' That I Love You" a "On the Sunny Side of the Street". Il momento più toccante della serata è stato senza dubbio la delicata e sentita interpretazione di "Just a Closer Walk with Thee", dedicata alla sorella recentemente scomparsa, un'emozione palpabile che ha avvolto l'intera Corte Santorsola. Un'altra esecuzione degna di nota è stata la sublime versione in chiave jazz di "Amapola" di Ennio Morricone, dimostrando la versatilità e la capacità del jazz di reinterpretare e arricchire anche brani di diversa provenienza.
Due menzioni d'onore. La prima va al giovane musicista barese Davide Solfrizzi, la cui partecipazione con alcuni momenti al sax ha rappresentato una presenza che fa ben sperare in ordine a una nuova generazione di musicisti che rispetta il passato, pronta a imparare da esso guardando al futuro con gli occhi del presente. La seconda è per il nostro Ilario De Marinis: non smetteremo mai di sottolineare la sua immutata passione per la musica jazz; è stata una vera emozione seguire i movimenti delle sue dita sulle corde del contrabbasso, uno strumento non facile da suonare, e la sua performance è stata semplicemente unica.
Un plauso finale va all'eccellente organizzazione del concerto e a tutto il team dei tecnici di Palazzo Beltrani, guidati dal suo Direttore Artistico Niki Battaglia, che ancora una volta hanno saputo creare le condizioni perfette per una serata indimenticabile.
Ad accompagnare Patruno, una band d'eccezione, un ensemble di altissimo livello che ha saputo creare un'amalgama perfetta di suoni e sensazioni: Mino Lacirignola alla tromba, Francesco Manfredi al clarinetto, Carlo Ficini al trombone, Sandro Binetti al pianoforte, l'inossidabile tranese Ilario De Marinis al contrabbasso, Michele Fracchiolla alla batteria e la splendida voce di Cristina Lacirignola. Se si chiudevano gli occhi, si poteva quasi sentire il fluire del Mississippi e l'eco delle prime jam session.Durante l'esibizione, il Maestro Patruno ha regalato al pubblico un interessante spunto storico, rievocando con affetto e precisione un fatto spesso dimenticato: il primo disco jazz della storia fu inciso nel 1917 dalla Original Dixieland Jass Band, un gruppo italo-americano guidato dal trombettista siciliano Nick LaRocca. Una rivendicazione non solo storica, ma soprattutto culturale, che testimonia ancora una volta come l'Italia abbia lasciato un'impronta profonda e insospettata anche nei luoghi più iconici della musica internazionale.
Il repertorio proposto ha spaziato attraverso alcuni dei brani più celebri dell'American Songbook, da "I'm Confessin' That I Love You" a "On the Sunny Side of the Street". Il momento più toccante della serata è stato senza dubbio la delicata e sentita interpretazione di "Just a Closer Walk with Thee", dedicata alla sorella recentemente scomparsa, un'emozione palpabile che ha avvolto l'intera Corte Santorsola. Un'altra esecuzione degna di nota è stata la sublime versione in chiave jazz di "Amapola" di Ennio Morricone, dimostrando la versatilità e la capacità del jazz di reinterpretare e arricchire anche brani di diversa provenienza.
Due menzioni d'onore. La prima va al giovane musicista barese Davide Solfrizzi, la cui partecipazione con alcuni momenti al sax ha rappresentato una presenza che fa ben sperare in ordine a una nuova generazione di musicisti che rispetta il passato, pronta a imparare da esso guardando al futuro con gli occhi del presente. La seconda è per il nostro Ilario De Marinis: non smetteremo mai di sottolineare la sua immutata passione per la musica jazz; è stata una vera emozione seguire i movimenti delle sue dita sulle corde del contrabbasso, uno strumento non facile da suonare, e la sua performance è stata semplicemente unica.
Un plauso finale va all'eccellente organizzazione del concerto e a tutto il team dei tecnici di Palazzo Beltrani, guidati dal suo Direttore Artistico Niki Battaglia, che ancora una volta hanno saputo creare le condizioni perfette per una serata indimenticabile.


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